Il panettone
non bastò è una raccolta di racconti, articoli, fiabe e poesie che
Dino Buzzati dedicò al Natale, e pubblicò lungo tutto il corso della sua
carriera su diverse testate giornalistiche.
Il racconto che in assoluto ho amato di più descrive un
Natale di guerra, vissuto a bordo di un incrociatore. Un piccolo presepe quasi
segreto, un po’ “ingenuo e patetico”, regala ai marinai qualche emozione
luminosa e calda, pur nella durezza della guerra e nella sobrietà dello stile
militare.
Da bordo di un
incrociatore
Due marinai si
consultarono a bassa voce tra loro, poi uno si avvicinò a me e disse, in tono
alquanto misterioso: «Per favore, potreste venire un momento in locale 20 a
vedere?». «Che cosa?» domandai. Lui sorrise e gli scintillarono gli occhi come
se stesse per darmi una grande e quasi incredibile notizia: «Sapete? Abbiamo
fatto un presepio». […]
Il Natale è passato
così, semplicemente, con serenità, in sobrio stile militare. L’aria che si
respirava risultava un po’ diversa dal solito anche dentro la nave. Tutti si
sentivano per qualche ignota ragione più buoni verso i propri simili e più
propensi a compatirne i difetti. A poppa, in coperta, al mattino, c’è stata la
messa che ha toccato i cuori, chissà perché, assai più che tutte le rimanenti
messe dell’anno. (L’altare era sovrastato solennemente dai due cannoni della
torre 4, una grande bandiera tricolore faceva da sfondo, mentre l’Ave Maria di Shubert si alzava in soave mestizia sotto il cielo
caliginoso). Poi il comandante ha parlato ai suoi uomini nel tono che si
conviene a un Natale di guerra su di un bastimento armato; e bisognava vedere
le facce dei marinai schierati come si facevano chiuse ed intente, alle sue
cristiane parole, affinché la commozione non trasparisse di fuori. Si sussurra
poi che la sera della vigilia, per straordinario permesso, un gruppetto si sia
riunito intorno a un panettone, addirittura in camera ordini, nella gelosa cavità
d’onde si diparte il sistema nervoso della nave: che ivi si siano udite molte
canzoni miste a fanciullesche risa e che i telegrafi di macchina, le bussole
giroscopiche, i cento e cento ordigni, quadri, volanti, strumenti, da cui potrà
dipendere la vita o la morte nei momenti più gravi di una battaglia, abbiano
stupito per un a solo di chitarra, assolutamente nuovo per loro. C’è stato sì
il Natale. Eppure su questa frontiera della guerra marina non ci si è dati a
lui con il felice abbandono dei soliti anni. Quel minuscolo presepio quasi
nascosto in un angolo del locale 20 esprimeva molto bene tale ritegno. I
soldati si inginocchiavano reverenti all'udire che il Figliuolo di Dio era nato
in terra, ma senza lasciare le armi. […]
Così è trascorso il
Natale, senza groppi in gola, gli occhi fissi sul mare. Le sentinelle stavano
immobili ai loro posti. […]