14 febbraio 2023

Buon San Valentino!

 «Tu non hai mai scritto storie d'amore - notava alcuni giorni fa un'amica, attenta lettrice - Però nei tuoi romanzi, in un modo o nell'altro, qualcuno che s'innamora c'è sempre». 
In effetti è vero: l'amore, o il desiderio dell'amore, accompagna spesso le vicende dei personaggi di ogni età. A maggior ragione quando si tratta di adolescenti. Siamo sinceri: chi di noi, durante i suoi "anni verdi", non si è innamorato almeno una volta?
E quindi consentitemi di offrirvi quattro piccoli brani colorati di rosa, in questo giorno di San Valentino tradizionalmente dedicato agli innamorati...

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Nel frattempo le luci si erano abbassate e la musica disco aveva lasciato improvvisamente spazio ad alcuni lenti molto suggestivi. Luca e Chiara cominciarono a ballare insieme, in un angolo appartato del salone. “Mio Dio, che bello, che bello, che bello! Non mi sembra vero, sono qui appiccicata a lui... appiccicatissima!”. Alzò il volto verso di lui e gli sorrise. I loro visi erano a pochi centimetri l’uno dall'altro: se lui si fosse chinato leggermente o se lei si fosse sporta un pochino... Ma fu proprio lo sguardo innamorato di Chiara a fermare Luca: non poteva illuderla, appagarsi e poi fuggire. Allo stesso tempo non voleva ferirla, infrangere il suo sogno proprio nel giorno del suo diciottesimo compleanno. Le scostò i capelli dal viso e con dolcezza le baciò la fronte, gli zigomi, le labbra e poi ancora la fronte: una tempesta di piccoli baci che la resero radiosa.
– Buon compleanno, dolce Chiara.
Le diede un’ultima carezza e la ricondusse piano piano al centro del salone, nella girandola degli amici.
[Tratto da: La camera bella]

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Dopo cena passeggiarono mano nella mano a Trastevere, risalirono lungo via Garibaldi, e raggiunsero il Gianicolo. Da lassù il panorama era stupendo: si poteva abbracciare con lo sguardo tutta Roma illuminata.
Chiara si appoggiò al parapetto e rimase in silenzio a contemplare quello spettacolo. Era senza fiato: per lo stupore, per l’emozione, per la camminata in salita…
– Ti desidero – disse Luca, di punto in bianco.
– Eh? – Chiara si voltò verso di lui guardandolo inebetita.
– Ti desidero – ripeté, sorridendo divertito. Le luci di Roma gli si riflettevano sugli occhiali, sembrava che avesse le stelle intorno agli occhi.
– Che cosa vuoi dire?
– Quello che ho detto. In realtà ti desidero da tanto tempo, mi sei sempre piaciuta da morire. Però non mi sono mai sentito pronto per una storia seria; e tu non eri una ragazza da una botta e via.
– Nemmeno adesso lo sono.
– Certo che non lo sei! – Luca rise per l’equivoco, e la abbracciò con tenerezza – Sono io che sto cambiando, non tu! 
Le prese il volto fra le mani, e si chinò verso le sue labbra.
[Tratto da: Tempo di cose nuove]

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– Dopo pranzo puliamo il bagno e poi abbiamo finito – disse Adaora.
– Adesso non ci pensare. Mangia tranquilla e riposati.
Adaora si bloccò a metà boccone, sopraffatta dalla sorpresa: Giuseppe era passato inavvertitamente dal lei al tu. Superato lo stupore, provò una sensazione nuova e strana: come se al centro del petto il cuore si sciogliesse un po’, diventando morbido e caldo.
Il maresciallo prese un’altra fetta di pizza, la addentò, poi assunse un’espressione pensierosa. 
“Se n’è accorto anche lui” pensò la donna e gli sorrise.
L’uomo si sentì incoraggiato: – Possiamo darci del tu, Adaora?
– Ne sarei felice.
[Tratto da: Il velo dorato]

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Dopo pranzo ci stendemmo sul plaid, fianco a fianco, e rimanemmo in silenzio a osservare il cielo. Mi sentivo meravigliosamente bene: il sole del primo pomeriggio intiepidiva l’aria, e il canto degli uccelli sovrastava il rumore del traffico lontano. Il blu del cielo si armonizzava perfettamente con i miei occhi e il mio vestito. Ma soprattutto, Alberto era lì con me: il lato sinistro del mio corpo sfiorava il lato destro del suo, e quel contatto lieve mi emozionava. Inutile negarlo: desideravo Alberto con tutte le mie forze. Nello stesso tempo non avevo la certezza che anch'egli provasse verso di me la stessa attrazione, e mi chiedevo se per lui io fossi abbastanza carina, abbastanza seducente, abbastanza donna. 
Dopo un’intera adolescenza trascorsa a giocare con il desiderio degli uomini, alimentando con i loro sguardi la mia autostima, adesso per la prima volta ero io a sentirmi calamitata e confusa. Se solo Alberto mi avesse fatto un piccolo, minuscolo cenno! Invece se ne stava lì immobile, come se in quel momento desiderasse esclusivamente un pisolino. Forse il bell'addormentato nel bosco aveva solo bisogno di una principessa pronta a risvegliarlo.
[Tratto da: Nori]

10 febbraio 2023

Una bella occasione di dialogo

È un piacere condividere la recensione di Nori offerta dalla titolare di una libreria torinese (Averegina): testimonia una lettura attenta (di cui sono grata), e si conclude con un consiglio (che condivido appieno).

Questo è un romanzo scritto da Laura Blandino; chi ha già letto gli altri suoi recenti lavori, ne riconosce lo stile: delicato, sussurrato e scorrevole. Entra in punta dei piedi nelle famiglie d'altri tempi; alcuni  sono tempi relativamente vicini, anni '80-'90-2000, altri  come in questo caso applicando tre piani di narrazione, sono  parecchio indietro nel tempo.
Famiglie con i loro valori, le loro fatiche, consuetudini e stili.
Come ogni romanzo che si rispetti, ritroviamo un po' di suspense, per incuriosire il lettore e procedere nella lettura, un po' di "romanzetto rosa" anche un pochino osé, ed un po' di poesia nella descrizione di paesaggi e situazioni. Ciononostante - mai banale - ma  anzi aiuta anche noi a ricordare/rivedere il vissuto della nostra adolescenza  (e a riappacificarci, se ne abbiamo bisogno)  se non siamo più giovani, o porci qualche domanda ed a conoscerci meglio se invece stiamo vivendo proprio quel periodo.
È un romanzo infatti che consiglierei prevalentemente ad un pubblico femminile di ogni età, ma sicuramente alle giovani ragazze dai 14 anni su. 
Se letto con la madre, chissà, potrebbe anche uscirne fuori un bel confronto ed una bella occasione di dialogo.



05 febbraio 2023

Mi sta accadendo la vita dentro

Oggi ricorre la quarantacinquesima Giornata per la Vita. C'è una pagina di Nori che mi sembra perfettamente in tema; permettetemi di offrirvene uno stralcio, con un pensiero affettuoso per tutte le madri a cui "sta accadendo la vita dentro" (e magari di fronte alla gravidanza si sentono spaventate, a disagio, sole)...

Lucia scoprì di essere incinta all’inizio del 2002. Riteneva di aver concepito nella notte di Natale, e questa convinzione la rendeva ancora più certa e più grata. Ricordo che quando mi comunicò la notizia era talmente emozionata da non riuscire a parlare; a un certo punto balbettò: 
– Ho la vita dentro, capisci? Mi sta accadendo la vita dentro! – e si sciolse in lacrime.
Nelle settimane successive mi chiesi spesso che cosa avrei provato io, se fossi rimasta incinta. Sarebbe stato un gran casino, probabilmente; eppure non riuscivo a immaginare questa ipotesi come una sciagura. Non sapevo ancora che, proprio in quei giorni, anche in me stava “accadendo la vita dentro”.
Quando mi resi conto del ritardo iniziai a preoccuparmi: come avrebbe reagito mia madre, che aveva sempre cercato di mettermi in guardia da un simile rischio? Come avrebbe reagito il mio capo, che proprio in quel periodo aveva iniziato ad affidarmi incarichi di una certa responsabilità? Ma soprattutto, come avrebbe reagito Alberto? Si sarebbe sentito incastrato? Se la sarebbe svignata?
L’unica persona al mondo con cui sentivo di potermi confidare era Lucia. Andai a casa sua in un pomeriggio di inizio marzo, terso e mite come se fosse primavera. Avevo comprato in farmacia un test di gravidanza, e lo tenevo nascosto in fondo alla borsetta.
Lucia mi accolse, mi ascoltò, mi offrì un’orrenda tisana alle erbe. Le vomitai addosso tutte le mie preoccupazioni, e lei mi guardò con un’espressione perplessa: – Mah…
– In che senso “mah”?
– Nel senso che hai paura di come reagirebbero tua madre, il tuo capo, il tuo uomo… Ma tu? Ti sei chiesta come reagiresti tu?
Non seppi rispondere, ma sentii il cuore che mi batteva all'impazzata. Tirai fuori dalla borsetta il test, e Lucia sorrise accompagnandomi fino al bagno.