31 gennaio 2024

La lettura nell'arte: Matisse

Henri Matisse, nel suo Femme et anémones, coglie non tanto l'atto della lettura, quanto il momento della riflessione tra una pagina e l'altra. La scena è ambientata a Nizza, in una stanza dell’Hotel de la Méditerranée dove Matisse soggiornò periodicamente per alcuni anni. L'insieme suggerisce un'atmosfera rilassata, placida, eppure non statica: perché la mente lavora, e lo sguardo - che sembra perso nel vuoto - in realtà si spinge più in là.

Il dipinto è conservato a Torino, presso la Pinacoteca Agnelli.

Altre opere della serie "La lettura nell'arte":
Henri Matisse, Femme et anémones
1920, olio su tela


28 gennaio 2024

Gente del Sud

«Apri, Palma, apri la porta» urlò battendo con violenza la mano sull'uscio di casa. Di lì a qualche attimo si spalancò e comparve il volto spaventato di sua moglie. 
Palma era bella, tre figli non avevano appannato la dolcezza del volto reso ancor più luminoso dall'ultima gravidanza quasi al termine. Occhi neri, e così i capelli, di solito raccolti a crocchia sulla nuca, che in quel momento cascavano in parte sulle spalle. Poggiava una mano sulla bocca spaventata e l'altra sul pancione prominente quasi a proteggerlo dal pericolo. 
«Oh Gesù, ch'è successo?» esclamò spaventata nel vedere il volto stravolto di suo marito. 
«Accarra tutto, fa' le valige e vattin' coi bambini a Balsignano da mio padre!» 
«E perché?» 
«È tornato il colera!» 
«Oh Maronna!» 
Le raccontò tutto in breve mentre girava per casa alla ricerca dei bambini tentando di non guardare il volto atterrito della moglie che lo seguiva dappresso. 
«E tu che fai? Rimani ca'?» 
«Sono un medico, devo restare.» 
«Senz'e te nu' me ne vaco.» 
«No, Palma, devi partire e subito, prima che l'epidemia si estenda!» 
Ma Palma era irremovibile. 
«Non viaggio co' tre bambini e uno che può nascere da un momento all'altro! Non parto senz'e te.» 
«Se non vuoi farlo per me, fallo per loro», disse indicandogli i suoi tre figli, «e fallo per quello che ancora deve nascere!» 


Inizia così la saga della famiglia Parlante, le cui vicende percorrono oltre un secolo di storia italiana, sul palcoscenico dell’amata – e durissima - terra di Puglia. 
In “Gente del SudRaffaello Mastrolonardo riesce a dipingere personaggi indimenticabili, ritratti in tutta la loro grandezza e in tutta la loro miseria. 
Il risultato di questo poderoso lavoro è un romanzo da leggere senza fretta, lasciandosi catturare dall’intreccio e nello stesso tempo soffermandosi sui moti del cuore umano. Per chi ama le saghe familiari, tempo ben speso.




21 gennaio 2024

Dicono di noi

Un sentito GRAZIE alle lettrici e ai lettori che hanno già gustato Il Capodanno di Domitilla. Ecco nel carosello di immagini alcune loro impressioni e recensioni. È bello quando un libro «fa tanto bene al cuore»...






17 gennaio 2024

Niente è più facile dello scrivere difficile

«Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante 
ci tiene a farsi capire. 
Farà perciò tutto il possibile 
per scrivere in modo semplice e comprensibile. 
Niente è più facile dello scrivere difficile».

[Karl Popper - La società aperta e i suoi nemici, 1945]



14 gennaio 2024

Anteprima gratuita

Chi desiderasse leggere gratuitamente i primi due capitoli de Il Capodanno di Domitilla, sappia che la casa editrice Mimep Docete li mette a disposizione in anteprima. Basta un click:

Anteprima del libro

Buona lettura!



08 gennaio 2024

Prima di dormire

Le vacanze natalizie sono ormai terminate; oggi si riprende con la consueta routine: lavoro, studio, impegni...  
Giungeremo a sera stanchi. Eppure, volendo, un piccolo piacere ci attende, per gli ultimi istanti di ogni giornata:

«Sapere che si ha qualcosa di bello da leggere prima di coricarsi
è una delle sensazioni più piacevoli della vita»

[Vladimir Vladimirovi Nabokov]



01 gennaio 2024

Con lo sguardo fisso alla statua

«…Sarà stato l’aspetto accogliente di quella chiesa, con la luce che proveniva dall’altro e inondava l’altare. Sarà stata la statua in marmo bianco della Vergine, che teneva fra le mani il Bambino e pareva volerlo offrire al mondo. Sarà stato il riverbero delle emozioni strane provate nella notte appena trascorsa. Sarà stata la bellezza dei canti intonati da Andrea. Domitilla non sapeva spiegarsi perché, ma quell’ora di celebrazione volò in un istante.
Era il primo giorno dell’anno, e si festeggiava la solennità di Maria Madre di Dio. Forse per la prima volta in vita sua, Domitilla ascoltò un’omelia senza provare un istintivo senso di fastidio. Anzi, ne rimase colpita più di quanto volesse ammettere. Con lo sguardo fisso alla statua, al giovane volto di Donna, si sentì affascinata da quella Madre che, come diceva il Vangelo appena proclamato, “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”…»
[Da: “Il Capodanno di Domitilla”, Cap.8]
 
Nella foto: la statua della Vergine, presso l’Istituto Santa Famiglia a Siroki Brieg