20 agosto 2020

Rocco Schiavone

«I conti si faranno alla fine. A destra la colonna col segno più, a sinistra quella col segno meno e in mezzo quella enorme e vuota delle intenzioni e dei rimorsi».

[Antonio Manzini, Pulvis et umbra]

In questi mesi estivi il vicequestore Rocco Schiavone mi ha fatto molta compagnia. Cercavo una lettura poco impegnativa ma non banale, e ho attinto ai romanzi di Antonio Manzini, affrontandoli uno dopo l’altro in ordine cronologico. 

Inutile accennare alla trama: immagino che tutti la conoscano, se non altro per aver visto almeno qualche puntata della serie tivù (in cui, detto per inciso, l’attore Marco Giallini riesce a rendere magistralmente il personaggio).

Ciò che mi preme sottolineare, è la buona qualità di questi romanzi: al di là dell’intreccio poliziesco (peraltro ben costruito), emerge la figura umana del protagonista. Un antieroe tormentato e consapevole, contraddittorio e spesso urtante, scontroso, cinico, ma a suo modo irresistibile. Un uomo che - di romanzo in romanzo - si evolve e cambia, come se i libri di Manzini fossero un’unica, sofferta, lunga storia.

  1. Pista nera
  2. La costola di Adamo
  3. Non è stagione
  4. Era di maggio
  5. Cinque indagini romane per Rocco Schiavone
  6. 7-7-2007
  7. Pulvis et umbra
  8. L'anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone
  9. Fate il vostro gioco
  10. Rien ne va plus
  11. Ah l'amore l'amore