24 dicembre 2018

Il Natale di Tom e Adaora

È Natale. Adaora e suo figlio sono soli, nel monolocale seminterrato in cui vivono da quando sono giunti a Cassanico. Non c'è molta aria di festa; però all'improvviso il campanello suona, e tutto cambia...
Buon Natale, di vero cuore, a tutti i lettori de Il velo dorato.



In quello stesso momento, una volante dei carabinieri posteggiò davanti a un portone verde in via Donizetti. L’uomo in divisa scese dall'auto, diede un’occhiata ai campanelli e suonò in portineria.
– Ehi, qui è tutto in regola! Se qualcuno ha combinato qualcosa, io non c’entro un accidente! – esclamò la vecchia Ester, affacciandosi allarmata alla finestra del piano rialzato. 
– Mi può aprire, per cortesia?
La vecchia si affrettò, con una certa apprensione. 
– Entri pure. Non abbiamo niente da nascondere qui.
– Devo solo parlare con la famiglia Obi.
Quando Adaora aprì la porta del monolocale e si vide comparire davanti il maresciallo, rimase per qualche istante senza fiato.
– Posso entrare, signora Obi? – chiese l’uomo, togliendosi il cappello; poi soggiunse: – Mi scusi per l’intrusione; l’avevo promesso a Tom.
– Grazie, grazie! – esclamò il ragazzino, scattando in piedi come una molla.
– Buon Natale, Tom. Buon Natale, Adaora – disse il maresciallo; poi ebbe un attimo di esitazione e chiese: – Posso chiamarla Adaora, vero, signora Obi?
– Certo! – annuì la donna, con slancio. La gentilezza rispettosa che l’uomo aveva sempre dimostrato nei suoi confronti la metteva quasi in imbarazzo; non era abituata a sentirsi trattata con tanto riguardo.
– Vi piacciono i marron glacé? Ieri pomeriggio sono passato davanti alla pasticceria, ho visto i marron glacé in vetrina e ho pensato di prenderne un po’ per mangiarli oggi con voi.
Estrasse da sotto il cappotto una confezione dorata, e la posò sul tavolo, al centro di un’allegra tovaglia natalizia che la signora Ester aveva vinto con i punti del supermercato e aveva regalato a Adaora proprio il giorno prima.
Sedettero intorno al vassoio di marron glacé e li mangiarono quasi tutti. Nel frattempo chiacchierarono un po’, condividendo piccoli episodi di vita quotidiana. Soprattutto Tom parlava volentieri e si sentiva fiero di poter raccontare le sue imprese sportive a un uomo che, da ragazzo, aveva giocato a basket per parecchi anni.
Il maresciallo rimase con gli Obi per più di un’ora, ma il tempo volò come se si fosse trattato di un minuto. Adaora provò nuovamente la sensazione già sfiorata pochi giorni prima, nell'abitacolo della volante, quando Esposito li aveva accompagnati a casa: una specie di calore accogliente e semplice, in cui trovare riposo.
– Grazie per l'ospitalità – disse l'uomo raccogliendo il cappotto e il cappello che aveva appoggiato su un letto e avviandosi verso la porta.
– Grazie a lei per essere venuto, signor maresciallo.
– Adaora, può chiamarmi Giuseppe se le fa piacere.
– E io? – chiese Tom tutto speranzoso – Io come posso chiamarla?
– Tu puoi continuare a chiamarmi signor maresciallo – rispose, con un tono di voce fermo e severo. Gli passò una mano fra i capelli, scompigliandoli come solo lui sapeva fare e poi gli afferrò per un attimo la nuca, in un gesto energico che a Tom piaceva da morire.

[Laura Blandino - Il velo dorato - Piccola Casa Editrice, 2018]

13 dicembre 2018

È quasi Natale, Charlie Brown!


D’accordo, non è un romanzo. E nemmeno una novella. È solo un fumetto. Eppure, pensando ai libri che profumano di Natale, non possono non venirmi in mente loro: gli indimenticabili, intramontabili Peanuts.
Dalla penna geniale di Charles M. Schulz nacque nel 1970 la raccolta Buon Natale, Charlie Brown! Tavola dopo tavola, Snoopy e i suoi amici conducono il lettore a spasso fra prati innevati, letterine a Babbo Natale, e riflessioni più profonde di quanto appaia a uno sguardo distratto.È quasi Natale, Charlie Brown!



05 dicembre 2018

Presepe vivente

Il Natale si avvicina, e in Val Favero i ragazzi preparano il presepe vivente. Chiara, suo malgrado, viene trascinata in quella che ritiene solo una carnevalata imbarazzante. Eppure, proprio durante le prove di quella manifestazione ormai imminente, accade qualcosa di decisivo...
Vi regalo una pagina tratta da Il velo dorato, con l'augurio di buon Avvento. 

Lo sguardo del giovane percorse tutto il salone, si spinse fino all'assembramento centrale e finalmente approdò alla scena della Natività. Fu in quel momento che Luca vide Chiara.
Era radiosa, in piedi accanto all'asinello grigio. Indossava un abito grezzo lungo fino ai piedi, drappeggiato con semplicità. L’ovale del viso era incorniciato dal velo azzurro che ricopriva il capo, per scendere poi sulle spalle come una sorta di mantello. 
Luca rimase a osservarla come se la vedesse per la prima volta. Quella ragazza gli piaceva da anni, ma non aveva mai notato quanto fossero delicati i tratti del suo volto e quanto fosse limpido lo sguardo di quegli occhioni nocciola. L’aveva osservata milioni di volte, in quei due anni e l’aveva persino ritratta in uno splendido acquerello che le aveva regalato in occasione del suo diciottesimo compleanno. Eppure, quel pomeriggio le sembrava diversa: più bella, più luminosa, più vera.
Assistette alla prova rimanendo in un angolo del salone, per non disturbare i lavori.
Quando san Giuseppe circondò con un braccio le spalle della Madonna, Luca provò una strana sensazione di disagio, simile a una puntura di spillo in mezzo al petto. Come si permetteva, quel tizio, di abbracciare Chiara? D’accordo, non costituiva un pericolo: era un seminarista o un novizio o qualcosa del genere, forse non era interessato a fare il provolone con le ragazze. E poi aveva i brufoli.
Ciononostante, se Luca avesse seguito l’istinto, si sarebbe precipitato al centro del salone fendendo la folla di ragazzini, avrebbe preso san Giuseppe per il bavero e gli avrebbe rifilato un pugno sul naso.
Quando la prova fu conclusa Chiara, dismessi i panni della Vergine, corse incontro a Luca.
– Ho terminato, finalmente! Non ne potevo più…
– Perché?
– E me lo chiedi? Mi sentivo così ridicola!
– A me sembravi così bella!
Uscirono dall'oratorio e piazza San Francesco li accolse con il suo clima da cartolina di Natale: le luminarie colorate attraversavano il nero del cielo, le vetrine proiettavano sui marciapiedi i loro riflessi dorati, dal bordo della grande fontana scendevano mille stalattiti di ghiaccio. E la neve, leggera e fitta, continuava a scendere.


[Laura Blandino - Il velo dorato - Piccola Casa Editrice, 2018]



01 dicembre 2018

1° dicembre

Il calendario nella vetrina della pasticceria segnava “1° dicembre 1991” e tutt'intorno sfolgoravano panettoni e pandori avvolti in cellophane dai riflessi dorati. Era la prima domenica di Avvento e la pasticceria – come pure ogni altro esercizio commerciale della cittadina – si stava addentrando nell'intenso periodo prenatalizio. Il profumo di dolci filtrava attraverso la porta scorrevole e invadeva il marciapiede.
Chiara spinse lo sguardo all'interno del negozio e vide Adriana indaffarata al bancone. Agitò la mano per attirare la sua attenzione e, appena l’amica la notò, le mandò un bacio con un gesto delle dita. Adriana contraccambiò, sorrise e riprese a lavorare. 
“Sono contenta di vederla così serena” pensò Chiara, e riprese il cammino verso piazza San Francesco.
C'era già sentore di neve, anche se la temperatura non era ancora scesa sottozero e la pioggerellina inumidiva i volti come una carezza di nebbia. Chiara fece fare un altro giro alla sciarpina rosa pesca che le avvolgeva il collo. 
Erano le cinque del pomeriggio e il buio era già sceso sulla città indaffarata. Lei camminava piano, cercando di assaporare quegli attimi. Nell'aria fredda della sera sembrava vibrare una specie di promessa.


[Laura Blandino - Il velo dorato - Piccola Casa Editrice]