04 novembre 2018

Buon compleanno, blog!

In questi giorni il mio piccolo blog La lettura è un’avventura! compie tre anni. Mese dopo mese è cresciuto, raccogliendo pensieri e immagini sui libri che amo leggere (e scrivere). Senza pretese, il sito offre briciole di narrativa  - e non solo - a chi passa da queste parti.
È nato da una sovrabbondanza di doni ricevuti: che fortuna saper leggere, e avere da sempre l’opportunità di farlo con grande gusto!
Di tanto in tanto il blog propone brevi stralci ritagliati da libri talvolta celebri, più spesso poco noti; pagine che appartengono alle epoche, ai generi e agli autori più diversi. Il visitatore può così soffermarsi qualche istante, e approfittarne liberamente. Una sorta di degustazione gratuita, insomma!
E fra una pagina e l’altra, immagini semplici che raccontano pensieri. Pensieri sulla lettura, ovviamente: che è un’avventura stupenda, capace di aprire la mente e mettere in moto il cuore.


Buon compleanno, blog!


02 novembre 2018

Seta

È una storia molto semplice, Seta di Alessandro Baricco; in meno di cento pagine rapide e lievi, frammentate in brevi capitoli, racconta la vicenda di Hervé Joncour, un commerciante di seta francese. Siamo a metà dell’ottocento, e a causa di un’epidemia che colpisce i bachi da seta europei, Hervé parte per il Giappone in cerca di uova sane per l’allevamento di nuovi bachi. Il suo viaggio, che si ripeterà annualmente per più e più volte, lo condurrà a vivere avventure inaspettate ed esperienze del tutto nuove.
Ciò che sempre mi affascina di Baricco - e in questo breve romanzo ancor più che in altri - è la genialità nell’uso della parola. Sa dosare con rara maestria frasi e silenzi, spunti teatrali e accenti di poesia.
«Pioveva la sua vita, davanti ai suoi occhi, spettacolo quieto».
E alla fine, dopo tante insolite avventure, dopo qualche grande dolore, dopo anni rigati di nostalgia, Hervé Joncour approda a una serenità ovattata, a una saggezza malinconica. Leggete, se volete, due passi tratti dalle ultime pagine.


Poiché la disperazione era un eccesso che non gli apparteneva,  si chinò su quanto era rimasto della sua vita, e riiniziò a prendersene cura, con l’incrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale […].
Col tempo iniziò a concedersi un piacere che prima si era sempre negato: a coloro che andavano a trovarlo, raccontava dei suoi viaggi. Ascoltandolo, la gente di Lavilledieu imparava il mondo e i bambini scoprivano cos'era la meraviglia. Lui raccontava piano, guardando nell'aria cose che gli altri non vedevano.
La domenica si spingeva in paese, per la Messa grande. Una volta l'anno faceva il giro delle filande, per toccare la seta appena nata. Quando la solitudine gli stringeva il cuore, saliva al cimitero, a parlare con Hélène. Il resto del suo tempo lo consumava in una liturgia di abitudini che riuscivano a difenderlo dall'infelicità. Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva fino al lago e passava ore a guardarlo, giacché, disegnato sull'acqua, gli pareva di vedere l’inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita.