C'è una pagina
che amo. La amo, perché è vera, è bella, è "mia".
Non è certo un brano poco noto; anzi, l’abbiamo letto tutti, chissà quante volte, dai tempi della scuola in poi.Eppure ancora oggi, quando mi capita di ripercorrerlo, io mi emoziono come la prima volta (anzi: molto di più).
Alessandro Manzoni, capitolo XXI de I promessi sposi.
Non è certo un brano poco noto; anzi, l’abbiamo letto tutti, chissà quante volte, dai tempi della scuola in poi.Eppure ancora oggi, quando mi capita di ripercorrerlo, io mi emoziono come la prima volta (anzi: molto di più).
Alessandro Manzoni, capitolo XXI de I promessi sposi.
Ed ecco,
appunto sull'albeggiare, pochi momenti dopo che Lucia s'era addormentata, ecco
che, stando così immoto a sedere, sentì arrivarsi all'orecchio come un'onda di
suono non bene espresso, ma che pure aveva non so che d'allegro. Stette
attento, e riconobbe uno scampanare a festa lontano; e dopo qualche momento,
sentì anche l'eco del monte, che ogni tanto ripeteva languidamente il concento,
e si confondeva con esso. Di lì a poco, sente un altro scampanìo più vicino,
anche quello a festa; poi un altro. «Che allegria c'è? cos'hanno di bello tutti
costoro?» Saltò fuori da quel covile di pruni; e vestitosi a mezzo, corse a
aprire una finestra, e guardò. Le montagne eran mezze velate di nebbia; il
cielo, piuttosto che nuvoloso, era tutto una nuvola cenerognola; ma, al
chiarore che pure andava a poco a poco crescendo, si distingueva, nella strada
in fondo alla valle, gente che passava, altra che usciva dalle case, e
s'avviava, tutti dalla stessa parte, verso lo sbocco, a destra del castello,
tutti col vestito delle feste, e con un'alacrità straordinaria.
«Che diavolo
hanno costoro? che c'è d'allegro in questo maledetto paese? dove va tutta
quella canaglia?» E data una voce a un bravo fidato che dormiva in una stanza
accanto, gli domandò qual fosse la cagione di quel movimento. Quello, che ne
sapeva quanto lui, rispose che anderebbe subito a informarsene. Il signore
rimase appoggiato alla finestra, tutto intento al mobile spettacolo. Erano
uomini, donne, fanciulli, a brigate, a coppie, soli; uno, raggiungendo chi gli
era avanti, s'accompagnava con lui; un altro, uscendo di casa, s'univa col
primo che rintoppasse; e andavano insieme, come amici a un viaggio convenuto.
Gli atti indicavano manifestamente una fretta e una gioia comune; e quel
rimbombo non accordato ma consentaneo delle varie campane, quali più, quali
meno vicine, pareva, per dir così, la voce di que' gesti, e il supplimento
delle parole che non potevano arrivar lassù. Guardava, guardava; e gli cresceva
in cuore una più che curiosità di saper cosa mai potesse comunicare un trasporto
uguale a tanta gente diversa.
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