09 ottobre 2023

Il suo nome era Neve

Donne o bambine di nome Neve, nella vita reale non ne ho incontrate mai. Nelle pagine dei romanzi, invece, più di una.  Evidentemente questo nome, poetico ed evocativo, esercita sugli scrittori un fascino non indifferente. Me ne vengono in mente almeno tre, che ho letto con piacere.

"La casa sull'argine", romanzo d'esordio di Daniela Raimondi, racconta la storia della famiglia Casadio: una saga che si snoda attraverso due secoli di storia lungo il grande fiume, nel paesaggio suggestivo della pianura emiliana. 
Nella saga, Neve è un personaggio centrale: è la bimba che viene alla luce durante una potente grandinata estiva (quando il paesaggio sembra coperto di neve, appunto); è la ragazzina che emana un dolce profumo quando è gioiosa; è la donna che sposa il ragazzo dei suoi sogni e mette al mondo molti figli, ma non sarà mai veramente felice. Sullo sfondo, l'oscura profezia che Viollca, bisavola zingara, lesse nei tarocchi molti decenni prima.

Con "Isola di Neve", Valentina D'Urbano conduce il lettore nell'isola di Novembre, sperduta nel mar Tirreno insieme alla sua gemella - Santa Brigida - dove sorge un vecchio carcere abbandonato. Qui, all'inizio degli anni '50, una diciassettenne di nome Neve conduce la sua vita aspra e difficile: un padre violento, tanta miseria, dure giornate di lavoro. 
Ma un giorno accade l'imprevisto: un nuovo prigioniero viene condotto nel carcere di santa Brigida. Per Neve sarà l'inizio di un'avventura elettrizzante e drammatica, che cambierà per sempre la sua vita. E che finirà col riverberarsi nella vicenda umana di un giovane dei giorni nostri, approdato in quelle isole molti decenni dopo.

Infine, ricordo "Storia di Neve", romanzo fantasy con cui Mauro Corona racconta la storia dell'unica bimba nata in un paesino fra i monti durante il rigido inverno 1919. La piccola rivela subito poteri speciali: ha una straordinaria resistenza al gelo, e con il semplice tocco della sua manina è in grado di guarire anche i malati. Neve, in realtà, è la "parte buona" della orripilante strega Melissa, guardiana di un terribile inferno di ghiaccio.
Sembra una sorta di favola noir, eppure conserva il sapore del realismo più crudo: la natura impietosa ma bellissima, la quotidianità del paesino di montagna, l'avvicendarsi delle stagioni, le miserie umane, e talvolta qualche pennellata di poesia.


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