19 marzo 2023

19 marzo, festa del papà

Provo un moto di tenerezza - confiderà Nori, ormai adulta - ricordando mio padre e l'affettuosa tenerezza che c'era fra noi. Io ero la sua principessa, e lui il mio re.

Non è mai stato un padre perfetto, Lorenzo D'Agostino (ma siamo sinceri: quale padre, o quale madre, potranno mai dirsi genitori perfetti?). Eppure il suo rapporto con la figlia si è mantenuto vivace e profondo, anno dopo anno, nonostante le debolezze e le superficialità di entrambi. Segno che la fragilità non ha mai l'ultima parola.

Vi offro con piacere la pagina che racconta una piacevole "vacanza a due" di Nori adolescente con il suo papà.

Era giunto il momento delle nostre vacanze insieme: quell’anno la meta del nostro viaggio fu l’isola di Creta. Grazie all’aiuto di un buon tour operator papà organizzò molto bene le due settimane, con il giusto equilibrio tra visite guidate ai luoghi di interesse archeologico, e momenti di relax sulle belle spiagge dell’Egeo. Mi piaceva viaggiare con lui: era sempre di buon umore, e riusciva a trovare un aspetto positivo (o per lo meno divertente) anche nei piccoli disguidi che durante una vacanza potevano sempre capitare. Durante le visite guidate ascoltava con curiosità, anche se la sua modesta cultura storico–artistica non gli consentiva di apprezzare appieno ogni dettaglio; a Cnosso si guardava intorno con lo stupore di un bambino, e il suo entusiasmo finì per contagiare anche me.
Mi ero sempre chiesta come potesse essere così solare, un uomo che lavorava ogni giorno in un’impresa di pompe funebri. Se io avessi avuto a che fare costantemente con persone defunte e parenti devastati dal dolore, avrei perso ogni capacità di sorridere. Invece mio padre coltivava un inspiegabile ottimismo, e lo nutriva con l’attenzione per le piccole cose; come se la consuetudine con la morte lo avesse reso più sensibile alla vita.
– E tu sei felice, papà? – gli chiesi l’ultima sera, durante la cena in un ristorantino tipico in riva al mare.
– Come potrei non esserlo? Guardati intorno! – rispose, tra il serio e il faceto. E con un ampio gesto della mano indicò la spiaggia al chiaro di luna, i lampioncini colorati accesi accanto a ogni tavolo, il vassoio colmo di souvlaki e gyros pita. Intorno a noi, gli altri avventori cenavano chiacchierando fitto fitto; di tanto in tanto qualcuno alzava lo sguardo e ci osservava con curiosità non sempre benevola. Parevano pensare: “Guarda quel tizio maturo che se la fa con una ragazza così giovane; non si vergogna? Potrebbe essere suo padre!”. La brezza della sera ci portava il profumo del montone alla brace.
– Non scherzare, pa’. Dico sul serio. 
– Anch’io dico sul serio. La vita mi ha dato molto finora. Innanzi tutto… te!
– Lo pensi davvero?
– Certo: sei la figlia migliore che ho.
– Stai scherzando di nuovo!
– No, lo penso davvero: sei bellissima, principessa. E sei anche simpatica, intelligente e molto più saggia di com’ero io alla tua età. Non riusciamo mai a trascorrere molto tempo insieme, ma sappi che quando ti vedo mi sento un padre molto, molto fortunato.
Il suo sguardo ridente era così affettuoso e sincero, che quasi mi commossi.


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