05 maggio 2017

Tardi ti ho amato

Si deve alla penna della scrittrice inglese Ethel Mannin il romanzo Tardi ti ho amato: un libro potente, profondo, che Papa Francesco amava consigliare ai suoi studenti quand'era insegnante a Buenos Aires.
Sullo sfondo della sfavillante Europa tra le due guerre mondiali si dipana la vicenda di Francis Sable, giovane scrittore di successo, brillante e ricco. Basterà tutto questo a garantirgli una vita felice?
Il titolo richiama la celebre frase di sant'Agostino, e la pagina che vi offro oggi apre uno spiraglio sulla conversione del protagonista; tuttavia non si tratta di un libro "religioso" o "edificante". È soprattutto un romanzo di formazione: racconta la vita, l'amore, l'amicizia, il gusto per l'arte e la passione per la montagna; ma anche il senso di colpa, la vertigine del vuoto, la sete di rinascita.


Francis non avrebbe mai dimenticato quel buon vecchio sacerdote dagli occhi benevoli nel volto tutto grinze, con l'abito stinto ridotto quasi a uno straccio; c'era in lui la vera stoffa del santo. Nei rari momenti che la predicazione gli lasciava liberi lo si vedeva sempre inginocchiato nella cappella, sia di giorno sia a tarda sera. Francis l'aveva visto una volta, a mezzanotte, mentre rientrava da una passeggiata sulla riva del lago in quella che per lui era un'insonne notte di luna; era entrato a pregare prima di andare a dormire, e il buon vecchio era là inginocchiato con gli occhi chiusi, in crocifisso stretto fra le mani, le lacrime che gli scendevano sulle guance. Non si era accorto della presenza di Francis il quale era uscito senza fare rumore e aveva salito in silenzio la scala di legno lucido fino alla sua camera nuda come una cella: era profondamente commosso. Quell'episodio produsse in lui un'impressione profonda. Una volta nella stanza, staccò dalla parete il crocifisso e lo tenne a lungo fra le mani rimanendo inginocchiato sul nudo pavimento di legno: la sua non era una vera preghiera, e tuttavia tutte le sue forze erano tese verso un'appassionata penitenza, come fosse preso da un interminabile atto di contrizione. O sant'Agostino, invocava il suo cuore, aiutami tu perché anche io sono arrivato tardi alla bellezza antichissima ed eterna che è la verità, Aiutami, Signore, perché tardi ti ho amato...

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