25 maggio 2017

Ciò che inferno non è

Quando incontro i ragazzi durante le presentazioni dei miei libri, quasi sempre c'è qualcuno che mi chiede consigli di lettura appropriati per l'adolescenza. Rispondo con sicurezza, citando i romanzi di Alessandro D’Avenia. Tutti avvincenti, profondi, ben scritti; ma quello che più amo in assoluto, è Ciò che inferno non è.
Racconta la storia dell'amicizia tra Federico, diciassettenne che comincia ad interrogarsi sulla vita e sul futuro, e padre Pino Puglisi, il sacerdote siciliano poi assassinato dalla mafia.
Oggi desidero offrirvi una pagina - durissima ma molto vera - tratta dal romanzo.


«L'inferno non esiste. E se esiste è vuoto. Dicono.
Vivono forse in quartieri con giardini e scuole. Ignorano.
Inferno sono gli enormi palazzi di cemento, alveari screpolati e abbandonati dalla bellezza, che fanno di cemento l'anima che li abita.
L'Inferno si annida nei sotterranei di questi palazzi stipati di polvere bianca tagliata alla meglio e carne umana in saldo.
L'Inferno è fame mai soddisfatta di pane e parole.
Inferno è un bambino sfregiato da fuori verso dentro, dalla pelle fino al cuore.
Inferno è il lamento degli agnelli accerchiati dai lupi.
Inferno è il silenzio degli agnelli sopravvissuti.
Inferno è Maria madre a sedici anni, prostituta a ventidue.
Inferno è Salvatore che ha poco pane per i figli e per la vergogna quel poco se lo beve.
Inferno sono vie senza alberi e scuole e panchine su cui parlare.
Inferno sono strade da cui non si vedono le stelle, perchè non è concesso alzare gli occhi.
Inferno è una famiglia che decide chi e cosa sarai.
Inferno è la consapevolezza fredda della disperazione altrui.
Inferno è farla pagare agli altri perchè sentano il sapore amaro che mastichiamo.
Inferno è quando le cose non si compiono.
Inferno è ogni seme che non diventa una rosa.
Inferno è quando la rosa si convince che non profuma.
Inferno è un passaggio a livello che si apre su un muro.
Inferno è Caterina che si è lanciata dal decimo piano con un ombrello in mano, perchè all'Inferno non voleva più starci e sperava che un angelo l'afferrasse prima dell'asfalto.
Inferno è l'amore possibile mai inaugurato.
L'Inferno è odiare la verità, perchè amarla ti costerebbe la vita.
Inferno è Michele con la schiuma alla bocca e gli occhi bruciati da un'overdose solitaria.
Inferno è un vecchio senza nome morto da giorni in casa sua, senza che nessuno se ne accorga.
Inferno è non vedere più l'inferno.
L'Inferno esiste. Ed è qui. In queste strade feroci in cui i lupi fanno tana. E gli agnelli insanguinati tacciono perchè hanno più cara la vita di ogni altra cosa. E il sangue è il marchio della vita, perchè se la parola non salva lo dovrà fare il sangue.
Inferno è un padre che toglie la vita ai propri figli.
L'Inferno esiste ed è pieno». 


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