01 luglio 2016

Non conoscete ancora la forza dei vostri cuori

Sono trascorsi parecchi giorni dal Consiglio di Elrond, e per la Compagnia dell'Anello è giunta l'ora di lasciare Gran Burrone. Un lungo viaggio irto di pericoli attende Frodo e i suoi amici.
Proseguiamo con J.R.R. Tolkien il nostro percorso fra le pagine del Signore degli Anelli...




In quel momento Elrond uscì di casa con Gandalf, e chiamò a sé la Compagnia. «Questa è la mia ultima parola», disse a bassa voce. «Il Portatore dell'Anello sta partendo alla Ricerca del Monte Fato. Egli è l'unico ad avere degli obblighi: non gettare l'Anello, non consegnarlo ad alcun servitore del Nemico, non darlo in mano a nessuno, salvo ai membri della Compagnia e del Consiglio, ed anche a costoro soltanto in casi estremi. Gli altri vanno con lui quali liberi compagni, per aiutarlo lungo il cammino. Potete tardare, o tornare indietro, o deviare per altri sentieri, a seconda del caso. Più avanti andrete, meno facile sarà ritirarvi; ma sappiate che nessun giuramento e nessun vincolo vi costringono a fare un passo in più di quanto non vogliate: non conoscete ancora la forza dei vostri cuori, ed è impossibile prevedere ciò che ognuno di voi potrebbe incontrare per la strada».
«Sleale è colui che si accomiata quando la via si oscura», disse Gimli.
«Può darsi», disse Elrond, «ma colui che non ha visto il calar della notte, non giuri di inoltrarsi nelle tenebre».
«Eppure il giuramento prestato può dar forza ad un cuore tremante», ribatté Gimli.
«Può anche spezzarlo», disse Elrond. «Non mirare troppo lontano! Ma ora partite, con animo sereno! Addio, e possa la benedizione degli Elfi, degli Uomini e di tutti i Popoli Liberi accompagnare il vostro cammino. Che le stelle vi illuminino il volto!».
«Buona... buona fortuna!», gridò Bilbo, balbettando dal freddo. «Non ti credo capace di tenere un diario, Frodo, ragazzo mio, ma ricordati che al tuo ritorno voglio un resoconto completo. E non tardare troppo! Addio!».
Molti di coloro che dimoravano nella casa di Elrond li guardavano partire, in piedi nelle tenebre, salutandoli dolcemente. Non si udivano risa, né canzoni, né musica. Infine si allontanarono, scomparendo silenziosamente nel crepuscolo.
Passarono il pinte e percorsero lentamente il lungo sentiero ripido e serpeggiante che conduceva fuori della profonda vallata di Gran Burrone; giunsero così all'alta brughiera ove il vento fischiava tra l'erica. Dopo aver lanciato uno sguardo d'addio all'Ultima Casa Accogliente che scintillava ai loro piedi, s'incamminarono lontano nella notte.

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