Ultimo giorno di scuola.
Cecilia, giovanissima protagonista de La camera bella, scoppia di felicità. Eppure, un piccolo dolore già fa capolino dietro l'angolo.
Perché la vita è così, a tutte le età: regala dolce e salato, risate e lacrime...
– È tutto così bello, che
non mi sembra vero! – esclamò Cecilia felice, lanciando lo zainetto sulla
poltroncina dell’ingresso.– Andata bene la mattinata?
– chiese la mamma.– Meravigliosamente, ho
atteso tanto questo giorno! È così bella la scuola quando è chiusa!– Buone vacanze, Ceci –
augurò papà Ansaldi.Sabato 9 giugno, ultimo
giorno di scuola. Aveva fatto il conto alla rovescia per almeno un mese,
Cecilia: le giornate si facevano sempre più calde, la campagna sempre più accattivante
e la scuola sempre più insopportabile.
[…]– Sapete che stanno già crescendo le albicocche nel giardino della nonna? – cinguettò la ragazzina, riempiendosi il piatto. Era come se l’insalata di riso le dicesse: “Mangiami, Ceci. Non vedi come sono fresca e colorata? Mangiami, mangiami”.
– Matureranno entro una o due settimane – confermò papà Ansaldi. – L’ho notato ieri mattina, quando sono andato a far vedere la casa.
– Far vedere la casa? Che casa? A chi? Dove? Perché? – Cecilia sentì una specie di morsa chiuderle lo stomaco.
– La casa della nonna, tesoro. Probabilmente avremo la possibilità di affittarla e...
– Affittarla? Cioè farci vivere dentro della gente che non sappiamo nemmeno chi è?
[…]
– Lo so, Ceci, era della nonna, ma sono certa che lei adesso non avrebbe nulla in contrario se...
– E tu come puoi dirlo? Certo che avrebbe qualcosa in contrario! Quella è la sua casa e ci è andata sposa e ci ha partorito te e ci faceva la marmellata sulla stufa e mi accoglieva tutti i giorni e mi dava la merenda e poi si è ammalata e alla fine... e alla fine...
L’insalata di riso aveva perso ogni attrattiva. Una lacrima, calda e rotonda, solcò la guancia colorita della ragazzina.
[…]
– Oh, non capite niente! Se ci andranno ad abitare delle altre persone quella casa non sarà più la stessa casa! – un’altra lacrima seguì il solco tracciato dalla prima.
– Non cambierà nulla, vedrai. Solo una rinfrescata generale, una piccola ristrutturazione del bagno, qualche riparazione necessaria da tempo.
– E la casa perderà il suo profumo!
– Profumo? Che profumo?
– Profumo di legna, di stufa, profumo di biancheria pulita. Profumo di… profumo di nonna!
Cecilia terminò la frase gridando fra i singhiozzi.
Si alzò di corsa da tavola e si precipitò fuori. Il sole sfolgorante di giugno la investì, non appena uscì dal portone. La ragazzina corse, corse a perdifiato, singhiozzando disperatamente. Corse finché la città non fu alle sue spalle e davanti solo la campagna.
[Laura Blandino - La camera bella - Parte quarta, cap. 9]
Nessun commento:
Posta un commento