09 novembre 2023

Stringi la mia vita

Anno 1958. La giovane crocerossina Etty lascia la sua cittadina di provincia nella piana pavese per recarsi a New York in servizio presso l'ospedale Mother Cabrini. Vi dovrà rimanere per un intero anno. 
Porta con sé un bagaglio leggero, e la solida consapevolezza di fare la cosa giusta. Lascia invece in Italia Carlo, fidanzato storico, che dovrà attendere pazientemente il suo ritorno.

In "Stringi la mia vita", ispirato fedelmente a una storia vera, Maria Giovanna Fantoli narra con delicatezza la storia di una giovane donna in perenne equilibrio tra senso del dovere e timore di sbagliare,  tra slancio verso gli altri ed esigenze del cuore. Un equilibrio difficile, ma gestito con determinazione e generosità anche di fronte alle scelte più difficili.

Quando le viene proposto un servizio estremo, di assistenza ai condannati a morte che hanno offerto la loro vita per sperimentazioni scientifiche, Etty prende sul serio quella che ha tutta l'aria di una chiamata.

Etty era consapevole che avrebbe respirato veleni, assorbito raggi pericolosi per la sua salute e curato l'incurabile ma aveva deciso che il Signore la chiamava lì, ai confini di esistenze che, per il filo sottile della libertà ancora persistente e soprattutto perché amate da Dio, erano e sarebbero state fino all'ultimo pienamente umane. Quei poveretti si apprestavano a compiere un sacrificio per altri uomini come loro, riscattando in un solo attimo una vita macchiata di omicidi e violenze di ogni genere, subite e commesse.
E di lei che ne sarebbe stato?

L'anno successivo Etty viene convocata nel Comitato Sanitario delle Olimpiadi di Roma. Ecco un nuovo bivio: accettare la proposta e intraprendere una nuova missione umanitaria, o tornare subito a casa e sposare il povero Carlo che sta quasi perdendo la pazienza? La scelta è soffertissima, ma Etty non è mai sola: ha intorno a sé preziosi amici con cui confrontarsi, e dentro di sé una profonda relazione con Dio.

Ogni capitolo di questa storia è attraversato da un vivido senso di Provvidenza, spesso nascosta ma sempre operante. Fin dalle prime pagine ho pensato: qui si respira aria da "Promessi Sposi". In seguito, conoscendo l'autrice, ho scoperto che il suo scrittore di riferimento è il Manzoni. Ecco, tutto si spiega.

In "Stringi la mia vita" c'è molto dolore, dunque, ma anche una gran ricerca di senso, che nulla toglie alla vertigine, ma indica una direzione in cui guardare. E spiega bene il titolo.

Di fronte al dolore si è sempre su un crinale pronti a cadere nell'abisso o a spiccare il volo. Che sia l'una o l'altra cosa dipende dal dire o no: «Signore, stringi la mia vita, afferra la mia mano e salvami».
 



Nessun commento:

Posta un commento