09 maggio 2018

Troppi libri fanno male?


Lucio Anneo Seneca, il filosofo romano  che fu precettore dell’imperatore Nerone e  lasciò ai posteri una grande abbondanza di opere, amava senz’altro leggere.

Insomma, non si limitava a scrivere chilometrici rotoli che poi studenti d’ogni generazione avrebbero tradotto nei due millenni successivi. Tra la stesura di un trattato e la redazione di un dialogo, non trascurava qualche sana lettura. Ma lo faceva, ovviamente, a modo suo.

Che tipo di lettore era Seneca? Ce lo racconta egli stesso, in una delle Lettere a Lucilio


Troppi libri sono dispersivi: perciò, se non ti è possibile leggere tutti i volumi che potresti avere, basta che tu abbia i libri che puoi leggere. Ma – tu dici – a me piace  sfogliare un po’ questo libro, un po’ quest’altro. Assaggiare qua e là è proprio di uno stomaco viziato: l’eccessiva varietà di cibi non nutre, ma rovina l’organismo.

 Perciò leggi sempre autori di valore riconosciuto e, se talvolta  vuoi passare ad altri, ritorna poi ai primi.  Cerca ogni giorno nella lettura un aiuto  contro la povertà, la morte e tutte le altre sventure; e dopo aver letto  molte cose, scegli un pensiero che tu possa assimilare in quel giorno. Anch’io mi regolo così: del molto che leggo ricavo sempre qualche cosa.
Lucio Anneo Seneca – Lettere a Lucilio – 1,2

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