22 marzo 2021

Deserto. Il romanzo di Mosè

Con “Deserto” lo scrittore polacco Jan Dobraczynski si cimenta nell'impresa di ricostruire in forma romanzata – ma profondamente fedele al testo biblico – la vicenda umana di Mosè.

Ero ormai giunta agli ultimi capitoli del romanzo, quando ho avuto l’opportunità di seguire un incontro di presentazione organizzato dall’Associazione Italiana Centri Culturali. I contributi della prof. Bartolini De Angeli (docente di Giudaismo ed Ermeneutica ebraica) e di Michele Campiotti (Consiglio Nazionale di Comunione e Liberazione) mi hanno aiutata ad apprezzare ancor più nitidamente dettagli preziosi.

Per questo vi consiglio vivamente di seguire la registrazione dell’incontro, disponibile su YouTube:

https://www.youtube.com/watch?v=Tw7c9QrcD08

E anziché cimentarmi in una mediocre recensione del romanzo, condivido con voi alcune suggestioni che la moderatrice Alessandra Govi ha offerto nell’introduzione alla tavola rotonda:

«Deserto è il romanzo della preferenza e della misericordia come metodo della presenza di Dio nella storia. Dobraczynski sceglie di narrare questa esperienza di Israele nel suo percorso verso la terra promessa raccontando la vita di Mosè, l’amico di Dio, colui che Dio stesso ha scelto, che si trova a dover condurre il popolo nel deserto. In questo cammino, passando attraverso momenti di grande fatica e sconforto, egli si scopre sempre più uomo nella sua fragilità, e riconosce nelle pieghe di tutto ciò che accade il volto di Colui che lo ha scelto. Man mano che questa peregrinazione nel deserto si srotola negli anni, muta lo sguardo di Mosè su di sé e sul popolo. Ne emerge un cambiamento reso possibile perché è con Dio che si compie il cammino. Al termine della narrazione, ciò che ci consegna l’autore è un uomo che – giunto alla fine sella sua lunga vita – è pieno di gratitudine per quello che Dio ha permesso nella sua storia e in quella di coloro che lo hanno accompagnato, anche se lui non entrerà nella terra promessa. Mosè emerge come una figura di uomo che nelle sue domande e con il tormentato rapporto con il popolo e con il Mistero è estremamente vicino all’esperienza dell’uomo moderno».

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