Incontrai la scrittura intensa e viva di Valérie Perrin alcuni anni fa, leggendo "Cambiare l’acqua ai fiori"; l’ho poi ritrovata in tempi più recenti, leggendo "Tatà".
Il nuovo romanzo della scrittrice francese narra la storia di Agnès, regista di successo in crisi creativa. La donna riceve una telefonata inattesa: la sua tatà (zia) Colette, che credeva morta da tre anni, è stata appena ritrovata morta… di nuovo! Agnès torna nel villaggio di Gueugnon, dove trascorreva le vacanze da piccola, e scopre una valigia piena di audiocassette lasciate dalla zia. Attraverso queste registrazioni, Agnès ricostruisce la storia della sua famiglia e si addentra in vicende misteriose.
Sviluppata su più archi temporali, la vicenda si tinge di giallo, ma resta soprattutto una bella storia al femminile, in cui donne dalla personalità complessa danno prova di una forza inaspettata (oggi si direbbe "resilienza", con un'espressione ormai abusata).
Come "Cambiare l’acqua ai fiori", anche "Tatà" esplora i temi della memoria e della perdita, dell'amore e dell'amicizia, del passato familiare che torna a galla (spesso attraverso oggetti che scatenano il ricordo).
Una lettura piacevole, ideale sotto l'ombrellone.