21 novembre 2025

Il potere e la gloria

È un grande classico, "Il potere e la gloria" di Graham Greene. Uno di quei romanzi che si rileggono in più età della vita, a distanza di molti anni, e ogni volta sembrano diversi. Perché nel frattempo il lettore è cresciuto, è cambiato.

Recentemente ne ha parlato Davide Prosperi, offrendo una "recensione" che – a ben vedere – parla al cuore dell’uomo. Eccola:

«Il protagonista del romanzo è un prete in fuga, nel Messico degli anni Trenta, durante la feroce persecuzione anticattolica. Questo prete (di cui tra l'altro non viene neanche detto il nome) è l'ultimo sacerdote rimasto in quel territorio. Ma non è un "modello" ideale di virtù, o il classico eroe che sfida tutti i nemici, anzi è pieno di limiti: è alcolizzato; ha avuto una figlia in un rapporto occasionale; è terrorizzato dalla persecuzione in atto, tanto che cerca continuamente di fuggire.

Eppure, è proprio lui l'ultimo sacerdote rimasto in uno Stato in cui celebrare la Messa è diventato un crimine: quindi è lui che Dio sceglie per continuare a raggiungere le anime.

Questo prete, moralmente indegno, è però un mendicante, un povero di spirito: quando, a un certo punto, ha quasi raggiunto il confine con gli Stati Uniti e quindi la "salvezza", decide di tornare indietro per confessare un uomo morente, tra l'altro un assassino, pur sapendo che potrebbe essere una trappola. Ma non lo fa per eroismo; lo fa per una fedeltà a qualcosa di più grande di lui, che lo trascina. 

È l'esperienza del "mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre". Dio non ha bisogno dei "puri" per salvare, ha bisogno dei disponibili, anche se fragili, anche se limitati. Perciò non abbiamo alibi! Non si tratta di giustificare il male, ovviamente, ma di riconoscere che questo male è vinto dall'abbraccio della misericordia di Dio. Quel prete morirà martire, e Cristo, attraverso la Sua Chiesa, non lascerà solo il popolo messicano».

[Davide Prosperi - Cristo, nuovo principio di conoscenza e di azione – 2025]


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