26 luglio 2019

La collezione dei momenti felici

In questi giorni di canicola estiva, come farebbe piacere un bel tuffo nell'acqua impetuosa e fresca di un torrente!
Anche Tom e Adaora, protagonisti de Il velo dorato, regalano a se stessi una giornata di vacanza in riva al Favero. Con loro c'è Luca - "Penna Veloce" per gli amici - cui il "ragazzino un po' marrone" si sta affezionando sempre più.
Adaora vive quel momento di rara leggerezza con una gratitudine incommensurabile.
Rileggiamo insieme quella pagina così fresca...



Andarono sulle rive del Favero, presso una spiaggetta che Luca conosceva bene. I pendii erano punteggiati di gruppi che allestivano i pic-nic: tavolini pieghevoli, bracieri per grigliate, enormi borse termiche. 
Adaora, Tom e Luca e non erano così organizzati: si limitarono a stendere un plaid su uno scampolo di prato, e a mettere all'ombra il sacchetto dei panini. Le bibite le collocarono al fresco tra i sassi del torrente, in un punto in cui l'acqua scorreva meno impetuosa. Chiacchierarono, scherzarono, presero il sole. 
Verso mezzogiorno, nel momento più caldo della giornata, Tom si tuffò nel Favero. Proprio in quel momento sopraggiunsero alcuni altri ragazzini e Tom fece subito amicizia con loro, anche perché ne conosceva già un paio: avevano frequentato insieme il centro estivo, fino a due settimane prima. Si divertirono a schizzarsi acqua l'uno con l'altro, fino a diventare lividi per il freddo. 
– Grazie per tutto questo – mormorò Adaora osservando suo figlio che sguazzava spensierato.
– È piacevolissimo anche per me – ammise Luca, e tornò a distendersi sul plaid, stiracchiandosi pigramente.
– Aggiungo un momento felice.
– Aggiungi che? Dove?
– No, niente. Ho una collezione immaginaria, raccolgo i momenti felici e li conservo nella memoria. Così quando sono triste ci ripenso e mi sento un po’ meglio.
– Ne hai già raccolti tanti?
– Parecchi, sì.
– Me ne racconti qualcuno?
– Uno è adesso. Gli altri non te li posso dire. La mia collezione è segreta.
– E i momenti brutti? Raccogli anche quelli?
– No, quelli me li porto dentro e basta. Vorrei solo dimenticarli, ma a volte mi capita persino di sognarli di notte.
– Non pensi che parlandone con qualcuno potresti liberartene?
– No – rispose Adaora, con un tono secco che non ammetteva repliche. E per essere certa che la conversazione finisse lì, si alzò di scatto e si tolse il prendisole: – Vado a farmi un bagno.
Luca si sollevò a sedere e rimase a osservare la giovane donna che raggiungeva il torrente e s’immergeva nell'acqua fino a metà gamba. Indossava un vecchio bikini giallo limone, che spiccava sul nero della pelle ed evidenziava le forme perfette. Le gocce d’acqua brillavano come diamanti sul corpo liscio e tonico. Penna Veloce non riusciva a distogliere lo sguardo da Adaora, come prigioniero di un’attrazione fisica irrefrenabile.
– Luca, non vieni anche tu a fare il bagno? – gli chiese Tom, invitandolo con un ampio gesto del braccio.
– Meglio di sì – convenne il giovane. E si tuffò rapidamente nell'acqua freddissima.
Terminato il bagno, si asciugarono al sole. Poi tirarono fuori i panini e pranzarono insieme. Adaora aveva preparato una torta alla frutta.
– È deliziosa!
– Nonna Rosa m’insegnò.
Tom ne portò alcune fette ai suoi nuovi amici, che facevano pic-nic poche decine di metri più in là. Poco dopo i ragazzini contraccambiarono offrendo loro tre enormi fette di anguria freschissima.
– Allora Tom, sei contento? – gli chiese Penna Veloce, affondando il viso nello spicchio di cocomero.
– Minchia! – esclamò il ragazzino. Come dire che per lui quello era stato il più bel Ferragosto di tutta la vita.

22 luglio 2019

Marcovaldo

Quando mi capitò di leggere - ai tempi della scuola - alcuni racconti tratti da Marcovaldo di Italo Calvino, rimasi un po' perplessa: non c'era nulla d'interessante nelle vicende di questo manovale un po' sfigato, ambientalista ante litteram, soffocato dall'ambiente cittadino e dalle responsabilità quotidiane. E poi non c'era mai un lieto fine: ogni volta il povero Marcovaldo - dopo aver cercato almeno un po' di natura nel grigio della metropoli - sbatteva il naso contro la realtà e ne usciva inevitabilmente scornato. 
Nei giorni scorsi mi è capitato in mano il volume completo, e l’ho riletto in poche ore. Che dire? Marcovaldo mi ha fatto tenerezza. Probabilmente sto invecchiando.
Le cose gli vanno sempre male, ma ogni volta si rialza e ricomincia a cercare frammenti di bellezza in una quotidianità frustrante: il cielo stellato, un tenero coniglietto, la pioggia e le foglie, i funghi che crescono in una piccola aiuola, la neve che cambia l’aspetto delle cose. Sensibile e ingenuo, eterno bambino, Marcovaldo assomiglia un po' a Charlie Brown: non c'è delusione che riesca a stroncare la sua caparbia capacità di sognare e ricominciare.
Volete sorridere? Rileggete con me qualcuna delle (dis)avventure di Marcovaldo al supermarket…



- Papà, lo possiamo prendere questo? chiedevano i bambini ogni minuto.
- No, non si tocca, è proibito, - diceva Marcovaldo ricordandosi che alla fine di quel giro li attendeva la cassiera per la somma.
- E perché quella signora lì li prende? - insistevano, vedendo tutte queste buone donne che, entrate per comprare solo due carote e un sedano, non sapevano resistere di fronte a una piramide di barattoli e tum! tum! tum! con un gesto tra distratto e rassegnato lasciavano cadere lattine di pomodori pelati, pesche sciroppate, alici sott'olio a tambureggiare nel carrello.
Insomma, se il tuo carrello è vuoto e gli altri pieni, si può reggere fino a un certo punto: poi ti prende un'invidia, un crepacuore, e non resisti più. Allora Marcovaldo, dopo aver raccomandato alla moglie e ai figlioli di non toccare niente, girò veloce a una traversa tra i banchi, si sottrasse alla vista della famiglia e, presa da un ripiano una scatola di datteri, la depose nel carrello. Voleva soltanto provare il piacere di portarla in giro per dieci minuti, sfoggiare anche lui i suoi acquisti come gli altri, e poi rimetterla dove l'aveva presa. Questa scatola, e anche una rossa bottiglia di salsa piccante, e un sacchetto di caffè, e un azzurro pacco di spaghetti.
Marcovaldo era sicuro che, facendo con delicatezza, poteva per almeno un quarto d'ora gustare la gioia di chi sa scegliere il prodotto, senza dover pagare neanche un soldo. Ma guai se i bambini lo vedevano! Subito si sarebbero messi a imitarlo e chissà che confusione ne sarebbe nata!

17 luglio 2019

Addio, Andrea Camilleri

La notizia della morte di Andrea Camilleri mi coglie in una mattinata di vacanza, mentre stesa al sole leggo l'ultima sua opera, acquistata da pochi giorni.
C'è sempre stata una distanza abissale fra le sue posizioni (politiche, sociali, religiose, culturali...) e il mio personale sentire; eppure, non ho mai potuto evitare di riconoscere fra le sue pagine la genialità del grande scrittore. Possiedo tutti i suoi romanzi, e ciclicamente li rileggo.
E devo sinceramente ammettere che Camilleri è stato anche - a tratti - un vero poeta.

"...ma il fatto è che quando hai sbacantato i cassetti trovi una quantità di carte vecchie, scordate, alcune delle quali, quasi a forza, vogliono essere lette e tu, inevitabilmente, finisci col precipitare sempre più in fondo al gorgo della memoria e ti tornano a mente macari cose che per anni e anni hai fatto di tutto per scordare. È un gioco tinto, quello dei ricordi..."
(A. Camilleri - L'odore della notte)


11 luglio 2019

Il romanzo di Matilda

Tutti abbiamo "incontrato" Matilde di Canossa studiando storia a scuola, e qualcosa di lei ci è rimasto impresso. Magari non ricordiamo bene gli eventi di quel periodo (a cavallo fra l’XI e il XII secolo), forse la lotta per le investiture si perde nella nebbia di pagine lontane, ma il nome di Matilde sicuramente non l’abbiamo dimenticato. 
Fu colei che tenne testa (anche con le armi) all'imperatore, e che amò (fin troppo, stando alle malelingue) il papa. Potente feudataria, donna di grande vision politica, fu l’artefice della grande umiliazione di Enrico IV. Se l’espressione "venire a Canossa" è tuttora proverbiale, lo dobbiamo a lei.
Ebbene: la scrittrice Elisa Guidelli, ne Il romanzo di Matilda, tenta una trasposizione narrativa di questa figura formidabile. Ne ricostruisce la biografia con buona esattezza storica, e nello stesso tempo riesce a dipingere con vive pennellate il ritratto di una donna appassionata e passionale, dotata di straordinaria forza e capace di grande fragilità, fedele ai suoi ideali e nello stesso tempo concretissima.


05 luglio 2019

Piccole gioie

Ho approfittato di un giorno di ferie per regalarmi qualche ora di rara lentezza.
Andare in biblioteca e scegliermi con calma un nuovo romanzo.
Comprarmi una bottiglietta d'acqua fresca.
Passeggiare nel parco e cercare una panchina all'ombra.
Sedermi fra i pini a leggere nel silenzio mattutino.
Cose così.
Piccole gioie.
Poi, ad un certo punto, sono arrivate due signore di una certa età, hanno individuato una panchina a pochi metri dalla mia, e si sono scambiate un cenno di intesa. Poi si sono sedute, hanno tirato fuori dalle borse un libro ciascuna, e si sono messe a leggere. Sembrava la succursale della biblioteca, versione outdoor. 
Comunque erano davvero due distintissime, gradevolissime signore. E dev'essere bella, l'amicizia fra loro.


04 luglio 2019

Il verbo leggere...

La sapeva lunga, il buon Gianni Rodari
«Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque continenti per colpa dell’ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell’energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un’energia troppo costosa. Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa»  
(da Il libro degli errori).
No, il verbo leggere non sopporta l'imperativo: la lettura è un'avventura!!!