19 dicembre 2022

Con Nori verso il Natale

Per Nori il Natale è solitamente un giorno come tanti altri, forse appena un po' più malinconico. Lo ha sempre trascorso con sua madre, prenotando un menu completo in gastronomia e mangiandoselo davanti alla tivù: «Tanto siamo solo io e mamma. Lo scorso anno ci siamo fatte una maratona infinita di film natalizi: quattro videocassette una dietro l’altra. Figo! Alla sera eravamo un po’ stordite, ma intanto il Natale era già passato e non ce ne siamo quasi accorte!».
Questa volta, però, il Natale avrà per Nori un sapore diverso: lei e sua madre lo trascorreranno a casa di Lucia, ospitate dalla sua famiglia. 
Le due ragazze condivideranno l'atmosfera calda della festa, ma soprattutto sperimenteranno una nuova dimensione dell'amicizia che sta crescendo fra loro.
Permettetemi di offrirvi qualche passo tratto dal 12° capitolo...

Il signor Cantelli aveva acceso il caminetto. Teresa aveva cucinato le crespelle, l’arrosto, il purè. Lucia aveva preparato una crema allo zabaione da versare sulle fette di pandoro, come dessert. Mia madre ed io, incaricate di procurare gli antipasti, arrivammo con le braccia ingombre di pacchetti provenienti dalla gastronomia.
– Buon Natale! Grazie per l’invito! – esclamò mia madre, non appena ebbe le mani libere per abbracciare Teresa.
– Grazie a voi per essere venute.
– E tu sei Alberto, immagino. Molto lieta di conoscerti, finalmente – disse mia madre ammiccando – Nori mi ha parlato molto di te. Posso essere sincera? Sei ancora più attraente di quanto immaginassi!
Il giovane contraccambiò la stretta, ma non il complimento. Io provai un imbarazzo bruciante, e avrei voluto uccidere mia madre.
Nonostante le premesse poco entusiasmanti, il pranzo si svolse in un bel clima amichevole e sereno. 
Con un'abile manovra ero riuscita a sedermi proprio di fronte ad Alberto, in posizione strategica per osservarlo e farmi guardare. Così, potevo ascoltarlo e parlargli senza perdere il contatto visivo con lui. Ne seguivo con attenzione assoluta i racconti; di tanto in tanto annuivo, o sorridevo, o lasciavo che sul mio viso si dipingesse un’espressione di ammirato stupore.
Anch'io, dal canto mio, avevo molte cose da raccontare.
[...]
Chiacchierammo ancora a lungo; si stava bene in quel saloncino, il tepore del fuoco di legna scaldava anche il cuore. Guardai fuori dalla finestra: sulla collina irrigidita dal gelo, già scendeva l’ombra della sera. 
Lucia si alzò da tavola e si avvicinò al caminetto. Lasciò cadere tra le fiamme alcune bucce di mandarino. Mentre nell'aria si diffondeva un profumo delizioso, Lucia si sedette sul tappeto e rimase in silenzio a osservare il fuoco.
Quando Alberto si congedò per raggiungere i suoi amici chissà dove, cercai di reagire alla delusione e raggiunsi Lucia:
– Ti disturbo?
– Assolutamente no. È bello qui.
– A che pensi? – chiesi, sedendomi sul tappeto accanto a lei.
– Non è facile da spiegare.
– Sei triste?
– No, triste no. Anzi, è stato un bel Natale. Sono contenta che tu sia venuta.
– Anch'io sono contenta. Devo confessarti che è la prima volte che trascorro un Natale così… Natale!
– E io devo confessarti che è la prima volta che ho un'amica così… amica! 
Lucia mi guardò e sorrise. Il fuoco si rifletteva nei suoi occhi scuri e rendeva bella, ardente l'espressione del viso. Intuii un affetto grato che quasi mi commosse.



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