Lucio
Anneo
Seneca, il filosofo romano che fu
precettore dell’imperatore Nerone e
lasciò ai posteri una grande abbondanza di opere, amava senz’altro
leggere.
Insomma,
non si limitava a scrivere chilometrici rotoli che poi studenti d’ogni
generazione avrebbero tradotto nei due millenni successivi. Tra la stesura di
un trattato e la redazione di un dialogo, non trascurava qualche sana lettura.
Ma lo faceva, ovviamente, a modo suo.
Che
tipo di lettore era Seneca? Ce lo racconta egli stesso, in una delle Lettere a
Lucilio…
Troppi
libri sono dispersivi: perciò, se non ti è possibile leggere tutti i volumi che
potresti avere, basta che tu abbia i libri che puoi leggere. Ma – tu dici – a
me piace sfogliare un po’ questo libro,
un po’ quest’altro. Assaggiare qua e là è proprio di uno stomaco viziato:
l’eccessiva varietà di cibi non nutre, ma rovina l’organismo.
Perciò leggi sempre autori di valore
riconosciuto e, se talvolta vuoi passare
ad altri, ritorna poi ai primi. Cerca
ogni giorno nella lettura un aiuto
contro la povertà, la morte e tutte le altre sventure; e dopo aver
letto molte cose, scegli un pensiero che
tu possa assimilare in quel giorno. Anch’io mi regolo così: del molto che leggo
ricavo sempre qualche cosa.
Lucio
Anneo
Seneca – Lettere a Lucilio – 1,2
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