29 marzo 2017

La lancia di Longino

I romanzi storici di Louis De Wohl sono in assoluto fra i libri che più amo.
E La lancia di Longino è uno dei romanzi di De Wohl che più mi hanno catturata. 
Lasciarmi avvincere dall'intreccio ben costruito, immedesimarmi in vicende e luoghi pieni di fascino, incontrare fra le pagine del romanzo personaggi che mille volte avevo immaginato, è stato un crescendo di emozioni.
Il giovane centurione romano Cassio Longino, di stanza a Gerusalemme ai tempi del procuratore Pilato, diviene suo malgrado spettatore dei fatti drammatici che cambieranno per sempre il volto della Storia.
E dal momento in cui la sua lancia trafiggerà il costato del Nazareno, qualcosa camberà anche in lui...



«So che tu non sei esattamente religioso.» Abenadar pareva quasi in imbarazzo. «L'ho ben vista la tua faccia, quando metti la manciata di incenso nel treppiede davanti alla statua del divino imperatore.E le tue mani. Lo fai come se stessi scodellando della zuppa ai poveri»
Gli occhi di Cassio si strinsero. «Sei un osservatore attento, eh? Suppongo che tu lo abbia riferito al vecchio vindex. Giusto per puntualizzare.»
Abenadar lo fissò. «Sarebbe mio dovere, o no, come tuo superiore?»
«Sì, comandante» rispose Cassio.
«Idiota» disse Abenadar affabile.
Per un po' sedettero in silenzio.
«Sei un bravo soldato» disse Abenadar «Uno dei migliori che abbia mai avuto. Mi chiedo in cosa credi.»
«In niente»
«Idiozie. Tutti credono in qualcosa. Se non sono gli dei, è qualcos'altro. Alcuni uomini credono nel proprio valore, o in una donna, o nei soldi, o nel potere. Tu per cosa vivi?»
«Mio padre credeva in Roma» disse Cassio.
«Anche tu?»
«Roma è un porcile.»

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