Anche Tom e Adaora, protagonisti de Il velo dorato, regalano a se stessi una giornata di vacanza in riva al Favero. Con loro c'è Luca - "Penna Veloce" per gli amici - cui il "ragazzino un po' marrone" si sta affezionando sempre più.
Adaora vive quel momento di rara leggerezza con una gratitudine incommensurabile.
Rileggiamo insieme quella pagina così fresca...
Andarono sulle rive del Favero, presso una spiaggetta che Luca conosceva bene. I pendii erano punteggiati di gruppi che allestivano i pic-nic: tavolini pieghevoli, bracieri per grigliate, enormi borse termiche.
Adaora, Tom e Luca e non erano così organizzati: si limitarono a stendere un plaid su uno scampolo di prato, e a mettere all'ombra il sacchetto dei panini. Le bibite le collocarono al fresco tra i sassi del torrente, in un punto in cui l'acqua scorreva meno impetuosa. Chiacchierarono, scherzarono, presero il sole.
Verso mezzogiorno, nel momento più caldo della giornata, Tom si tuffò nel Favero. Proprio in quel momento sopraggiunsero alcuni altri ragazzini e Tom fece subito amicizia con loro, anche perché ne conosceva già un paio: avevano frequentato insieme il centro estivo, fino a due settimane prima. Si divertirono a schizzarsi acqua l'uno con l'altro, fino a diventare lividi per il freddo.
– Grazie per tutto questo – mormorò Adaora osservando suo figlio che sguazzava spensierato.
– È piacevolissimo anche per me – ammise Luca, e tornò a distendersi sul plaid, stiracchiandosi pigramente.
– Aggiungo un momento felice.
– Aggiungi che? Dove?
– No, niente. Ho una collezione immaginaria, raccolgo i momenti felici e li conservo nella memoria. Così quando sono triste ci ripenso e mi sento un po’ meglio.
– Ne hai già raccolti tanti?
– Parecchi, sì.
– Me ne racconti qualcuno?
– Uno è adesso. Gli altri non te li posso dire. La mia collezione è segreta.
– E i momenti brutti? Raccogli anche quelli?
– No, quelli me li porto dentro e basta. Vorrei solo dimenticarli, ma a volte mi capita persino di sognarli di notte.
– Non pensi che parlandone con qualcuno potresti liberartene?
– No – rispose Adaora, con un tono secco che non ammetteva repliche. E per essere certa che la conversazione finisse lì, si alzò di scatto e si tolse il prendisole: – Vado a farmi un bagno.
Luca si sollevò a sedere e rimase a osservare la giovane donna che raggiungeva il torrente e s’immergeva nell'acqua fino a metà gamba. Indossava un vecchio bikini giallo limone, che spiccava sul nero della pelle ed evidenziava le forme perfette. Le gocce d’acqua brillavano come diamanti sul corpo liscio e tonico. Penna Veloce non riusciva a distogliere lo sguardo da Adaora, come prigioniero di un’attrazione fisica irrefrenabile.
– Luca, non vieni anche tu a fare il bagno? – gli chiese Tom, invitandolo con un ampio gesto del braccio.
– Meglio di sì – convenne il giovane. E si tuffò rapidamente nell'acqua freddissima.
Terminato il bagno, si asciugarono al sole. Poi tirarono fuori i panini e pranzarono insieme. Adaora aveva preparato una torta alla frutta.
– È deliziosa!
– Nonna Rosa m’insegnò.
Tom ne portò alcune fette ai suoi nuovi amici, che facevano pic-nic poche decine di metri più in là. Poco dopo i ragazzini contraccambiarono offrendo loro tre enormi fette di anguria freschissima.
– Allora Tom, sei contento? – gli chiese Penna Veloce, affondando il viso nello spicchio di cocomero.
– Minchia! – esclamò il ragazzino. Come dire che per lui quello era stato il più bel Ferragosto di tutta la vita.
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