Ho trovato in rete una vignetta simpatica, che accenna ad un ipotetico "Book hangover".
Con il termine hangover ci si riferisce comunemente ai postumi della sbornia. In senso traslato può essere inteso (secondo gli autori della vignetta) come l'impossibilità di iniziare un nuovo libro perché stai ancora vivendo nel mondo del libro precedente.
Confesso che capita spesso anche a me: quando leggo un romanzo che mi appassiona faccio poi fatica a staccarmene, una volta giunta all'ultima pagina; e prima di iniziare un nuovo libro devo attendere almeno un giorno.
Qualcosa di analogo mi accade anche quando scrivo: ogni romanzo mi cattura e mi trasporta in un mondo da cui è difficile prendere le distanze. Ad esempio, mentre sto scrivendo un nuovo romanzo, faccio molta fatica a riprendere in mano il testo precedente (magari per un'ultima revisione prima di darlo alle stampe).
Sarà per questo che, in ogni caso, le storie che racconto - pur essendo tutte indipendenti e autoconcluse - hanno uno sfondo comune cui non riesco a rinunciare?
Il piacere di leggere, il coraggio di sognare, la voglia di crescere. Narrativa, e non solo.
04 aprile 2018
Book hangover
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