Seconda domenica di Avvento. In Val Favero si prepara il
presepe, ma non tutto è poesia. La magia del Natale deve fare i conti con la
realtà; e le relazioni interpersonali, a volte, riescono a essere così
aggressive…
– Nei prossimi giorni allestiremo anche il presepe –
annunciò Marta, mentre dipingeva una pigna con la vernice dorata.
– Anche noi! – confermò Cecilia. – Ho già detto alla
Carla che deve portarci giù dalla soffitta le statuine e poi andrò in giro per
la campagna a raccogliere la paglia e i sassi e le altre cose che servono.
– E tu, Paola?
– Noi non abbiamo mai fatto il presepe. Però abbiamo un piccolo
albero con le lucine incorporate, e quando si avvicina il Natale lo tiriamo
fuori.
– L’Avvento senza addobbi non t’immalinconisce? – chiese Chiara
con dolcezza.
– Noi siamo abituati così. Per me va bene.
Fu in quel momento che l’uragano Cecilia si scatenò,
devastante e inarrestabile:
– Ah, come no! La signorina “Per-me-va-bene” ha parlato! “Per-me-va-bene”,
sempre “Per-me-va-bene”... E invece io lo so che non ti va bene per niente! E
lo sai anche tu!
La piccola morsa aggredì repentinamente Paola, e le
impedì di replicare.
Chiara, dispiaciuta e imbarazzatissima, rimproverò
Cecilia con tutta l’autorevolezza di cui fu capace; ma sua sorella non era
certo così mite da starla ad ascoltare sul serio.
Invece Marta prese Paola in disparte e la aiutò a
costruire la ghirlanda più bella. Poi gliela donò:
– Portala a casa, Paoletta. Ti
accompagnerà verso il Natale.
[Tratto da: “Tempo di cose nuove” di Laura Blandino]
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