«Venire al cimitero a inizio novembre è un po’ come fare l’albero a metà dicembre, o comprare uova di Pasqua ad aprile, o fare shopping quando iniziano i saldi», esclama Nori, cercando di scherzare. Ma la sua amica Lucia non coglie la battuta, e si addentra con lei nel cimitero monumentale della città, per starle accanto in un momento di grande importanza.
Eh no, non è facile pensare alla morte. Men che meno parlarne. Una soluzione può essere censurare il pensiero, o provare a scherzarci su. Oppure ancora - ma qui ci vuole più coraggio - si può guardare in faccia la realtà, lasciandosi interrogare e ferire. Accettando il rischio che si scatenino nel cuore domande brucianti sul senso della vita e sul bisogno di eternità. Se ne esce ammaccati, ma senz'altro più veri...
– Io detesto i cimiteri! Sono pieni di morti…
– Ovvio, servono a quello.
– No, voglio dire: sono pieni di dolore. Uno non può entrare lì dentro e fare come se niente fosse, capisci?
– Capisco. Anche a me i cimiteri fanno quell'effetto. Però penso che sia un effetto buono. Ogni tanto vado a trovare i miei nonni, e altre persone care che sono morte, e lì per lì ci sto malissimo. Ma poi quando esco mi sento molto serena… come dire… più forte, più vera.
Guardai Lucia senza capire. A volte nella sua strana testa frullavano pensieri lontani anni luce dal mio personale sentire. Tuttavia, istintivamente accettai la sua proposta: non perché la ritenessi una buona idea, ma perché mi fidavo profondamente di Lucia...
Nessun commento:
Posta un commento