L'epica mi ha sempre affascinata, e in particolare amo l'Iliade, poema che nonostante i suoi 2700 anni d'età sembra per certi versi attualissimo: perché parla dell'uomo, dei suoi sentimenti, delle sue domande. Una storia di eroismo e arroganza, affetti familiari e amicizia, vulnerabilità e sete di eterno.
Credo che scrivere e illustrare una parodia dell'Iliade senza scadere nel banale sia un'impresa difficile. Eppure ne sto leggendo una davvero divertente, sui numeri di Topolino usciti nello scorso giugno.
«Cantami, o musa, del paperide l’ira funesta, che infiniti grattacapi addusse...» [Pippomero]
Il protagonista della Paperiliade è Paperachille (Paperino), irritabile eroe «dal piede veloce e dalla pessima gestione della rabbia».
Fra gli Achei incontriamo anche Paperennone (Paperone), parsimonioso capo della spedizione; Archimedisseo (Archimede) dal multiforme ingegno; nonché i tre paperini Pa - Tro - Clo (Qui - Quo - Qua) appartenenti alle GM (no, non Giovani Marmotte: in questo caso Giovani Mirmidoni).
Sul fronte dei Troiani ecco Topoettore (Topolino), coraggioso eroe. E poi Minnomaca (Minni), eroica fidanzata; Re Priamoni (Commissario Basettoni), benevolo e angustiato sovrano; Astia e Natte (Tip e Tap), giovanissimi eroi.
Sul monte Olimpapero si affrontano, tra gli altri, Paperatena (Paperina), dea tifosa degli Achei, e Ares Gamba (Gambadilegno), nume che sostiene i Troiani.
Episodio dopo episodio, i fumetti ripercorrono - mutatis mutandis - le vicende del poema omerico, strappando più di un sorriso.
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