Può un saggio storico avere l’efficacia avvincente di un romanzo?
Valerio Massimo Manfredi, con Akropolis: la grande epopea di Atene, vince la sfida e presenta con uno stile gradevolissimo - pur senza cedimenti all'approssimazione - la storia dell’antica polis: le origini mitologiche, la nascita della democrazia, l’egemonia e le guerre, lo splendore e l’arte. Ma soprattutto i personaggi che l’hanno resa grande: Pericle, Socrate, Alcibiade, Fidia…
Intorno alle vicende di Atene si dipanano quelle di altre città, e di altri popoli: Mileto, Sparta, la grande Persia…
Nomi e fatti che tutti già incontrammo almeno una volta sui libri di scuola, quand'eravamo ragazzi; ma a distanza di tempo è un piacere rispolverarli e assaporarli (finalmente senza l’assillo del compito in classe!).
Godetevi con me la pagina in cui si racconta che cosa accadde dopo la battaglia di Maratona.
A quel punto Dati [l’ammiraglio persiano] pensò a un'azione di contrattacco e diede ordine di far vela verso il Pireo. La città era difesa da poche truppe della riserva mentre il grosso delle forze era ancora a Maratona e inoltre, vedendo apparire la flotta persiana, gli ateniesi avrebbero certamente pensato che la battaglia era perduta, che la loro gioventù migliore era stata falciata e che conveniva arrendersi.
Milziade [il comandante ateniese] si rese immediatamente conto che l'enorme risultato della sua vittoria sarebbe potuto essere vanificato dall'abile contromossa del nemico se il governo non fosse stato avvertito. Chiamò Fidippide, il corridore, e gli comandò di raggiungere la città e di avvertire di non arrendersi per nessun motivo perché il loro esercito vittorioso stava per arrivare.
Fidippide, dopo aver combattuto con i suoi compagni fino a giorno inoltrato, depose le armi e si slanciò di corsa sulla strada di Atene. Non poca di quella strada era in salita attraverso sentieri impervi e malagevoli, ma il giovane sapeva che era in gioco la salvezza della città. Arrivò al tramonto gridando con le ultime forze «Nike! Nike!» (Vittoria! Vittoria!) e crollò al suolo senza vita, stroncato dall'immane fatica. La città sbarrò le porte e rinforzò i corpi di guardia e quando la flotta di Dati si presentò in rada fu subito chiaro all'ammiraglio persiano che il vantaggio della sorpresa su cui contava era svanito. Gli ateniesi sapevano di aver vinto ed erano pronti a respingere qualunque attacco. Non gli restò che ritornarsene indietro ad affrontare la collera del suo sovrano. Gli spartani arrivarono a battaglia finita e si ritirarono senza aver nemmeno messo mano alla spada. Fidippide aveva percorso in poche ore più di quaranta chilometri: il suo sacrificio viene ricordato ogni quattro anni nelle olimpiadi moderne quando atleti di tutte le parti del mondo gareggiano sulla stessa distanza da lui percorsa per guadagnare il riconoscimento più ambito e più prestigioso, quello dei corridori «maratoneti».
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