In particolare, che fine hanno fatto Paola e Stefano, protagonisti di Tempo di cose nuove?
Paola
Paola Bonvicino, Bonnie per gli amici, non è più la ragazza goffa e impacciata arrivata da Roma un anno fa. È tuttora una persona semplice, timida, di poche parole; ma ha imparato a credere in se stessa e a lasciarsi voler bene.
All’inizio del romanzo la incontriamo al Centro Estivo. Aiuta l’amica Lia nella gestione dei ragazzini, e accoglie Tom appena arrivato a Cassanico.
– Ciao, Tom! Che ci fai qui tutto solo? – gli chiese Bonnie un pomeriggio, notandolo seduto su una panca in un angolo del cortile, mentre tutti gli altri compagni giocavano a palla avvelenata. Gli sorrise, e si sedette accanto a lui. C’era ombra in quel punto del “campone”, si stava piacevolmente al fresco.– Me l’ha ordinato Lia. Per castigo, credo. O qualcosa del genere.– E come mai?– Perché ho detto minchia. A lei non piace.– Beh, non possiamo darle torto. Non è una bella parola.– Rocco la diceva sempre.– E chi era Rocco?– Era quello che faceva i lavoretti nella casa-famiglia. Quando si rompeva qualcosa o un rubinetto perdeva o si scrostava un muro o si bloccava la lavatrice, niente paura: chiamavamo Rocco. Era il tuttofare di nonna Rosa.– E chi era nonna Rosa?Tom raccontò. Con Paola si sentiva al sicuro: non aveva la chiacchiera facile, come certi tizi (e certe tizie, soprattutto) che anelavano a conoscere i fatti altrui per parlarne con tutti. Inoltre, il ragazzino percepiva in lei un interesse sincero; Bonnie ascoltava in silenzio, gli teneva incollato addosso lo sguardo serio dei suoi occhi nerissimi, di tanto in tanto annuiva con un breve cenno del capo.Lia li vide da lontano, capì e sorrise. Era nata un’amicizia.
Stefano
Anche Stefano è cambiato molto da quando, un anno prima, era arrivato a Cassanico da Roma pieno di rabbia e ribellione. Ora è un giovane uomo che sta prendendo in mano la propria vita, e si prepara per le selezioni dell’Accademia Militare.
In un dialogo con la coetanea Chiara, emerge la consapevolezza con cui Stefano sta costruendo il proprio futuro:
– Vero. Comunque in questa fase della mia vita le ragazze non sono più importanti come un tempo. Ciò che conta di più è riuscire a realizzare il mio sogno. Domenica sono stato di nuovo a Revinasco a parlare con il colonnello.– Il papà del maestro Guerra?– Sì, mi racconta un sacco di cose della vita militare. Quando lui parla, mi sembra quasi di essere lì, in accademia o in missione e desidero un sacco riuscire a intraprendere quella strada.– Diventare un soldato? – chiese Chiara, con affettuosa ammirazione. Stefano era maturato molto da quando l’aveva conosciuto un anno prima.– Diventare “vero uomo e comandante di uomini”, come dice il colonnello.– Anch’io spero di diventare una vera donna, un giorno… – disse Chiara, quasi tra sé e sé. E Stefano accolse in silenzio quell’accento d’inattesa sincerità.Mentre si prepara per l’Accademia, Stefano coltiva la sua passione per il basket, di cui è giocatore a livello agonistico, e dà una mano nell’allenamento dei ragazzini. Tom ne rimane affascinato, e cerca istintivamente in lui la compagnia di una guida sicura.
Da quel giorno Tom iniziò gli allenamenti alla Virtus, tre volte la settimana. – Sei in gamba, negretto! – esclamò Stefano, alla fine della quinta seduta.– Grazie, grazie – rispose Tom, senza offendersi minimamente per l’appellativo. – Ti stai impegnando molto e per premiarti ti ho portato una cosa.Stefano tirò fuori dal suo armadietto una sacca sportiva e ne rovesciò il contenuto su una panca dello spogliatoio: c’erano due tute complete, calzoncini, magliette e persino un pallone da basket.– È tutto quasi nuovo – spiegò Stefano – Sono divise che ho usato pochissimo, perché in quel periodo ero cresciuto molto in fretta. Se ti fa piacere, puoi tenerle.Tom non riusciva a credere ai suoi occhi: – Davvero puoi prestarmele?– Te le regalo.– Anche il pallone?– Anche il pallone.– Anche la sacca?– Anche la sacca.Tom regalò a Stefano uno sguardo fiammeggiante di riconoscenza. Per un attimo provò l’impulso di abbracciarlo con slancio e solo il suo pudore di piccolo vero uomo lo trattenne.
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