È forse un po’ eccessiva,
questa poesia della scrittrice dominicana Martha Rivera-Garrido? Fotografa la
realtà, o indulge a una sorta d’autocompiacimento femminile e femminista? Davvero
una donna che legge è così pericolosa per un uomo, o almeno così impegnativa? E
che dire allora di una donna che scrive?
Non innamorarti di una donna
che legge,
di una donna che sente
troppo,
di una donna che scrive.
Non innamorarti di una donna
colta,
maga, delirante, pazza.
Non innamorarti di una donna
che pensa,
che sa di sapere e che
inoltre è capace di volare,
di una donna che ha fede in
se stessa.
Non innamorarti di una donna
che ride
o piange mentre fa l'amore,
che sa trasformare il suo
spirito in carne e, ancor di più,
di una donna che ama la
poesia (sono loro le più pericolose),
o di una donna capace di
restare mezz'ora davanti a un quadro
o che non sa vivere senza la
musica.
Non innamorarti di una donna
intensa, ludica,
lucida, ribelle,
irriverente.
Che non ti capiti mai di
innamorarti di una donna così.
Perché quando ti innamori di
una donna del genere,
che rimanga con te oppure
no, che ti ami o no,
da una donna così, non si
torna indietro.
Mai.
Nessun commento:
Posta un commento