Mi sono bastati due o tre
giorni per gustare intensamente Il risveglio della signorina Prim, romanzo d’esordio
della scrittrice spagnola Natalia Sanmartin Fenollera.
È una storia davvero inconsueta,
ambientata nell’immaginario villaggio di Sant'Ireneo, i cui abitanti hanno
scelto di vivere un’esistenza semplice e rurale, ma nello stesso tempo intrisa
di cultura e ispirata alla tradizione.
La signorina Prim, giovane
donna di città indipendente e razionale, colta e garbata, legge sul giornale
l'annuncio di un posto di lavoro come bibliotecaria a casa di un
"gentiluomo", e approda a sant’Ireneo. Sarà l’occasione per sfuggire
a ritmi di vita e relazioni che non le appartengono più?
Il romanzo parla di libri,
di cose belle da vedere, di cose buone da mangiare; descrive donne molto
femminili e uomini molto maschili; vi trovano spazio le età della vita, i ritmi
della natura, le domande profonde del cuore umano. Nostalgia di delicatezza e
desiderio di bellezza: un binomio che in controluce percorre ogni pagina del
romanzo.
Godetevi un dialogo fra
amiche, tratto da una delle tante pagine in cui si chiacchiera amabilmente,
intorno a the e pasticcini.
.
La signorina Prim bevve un
sorso di tè e si accomodò nella poltrona. Anche lei credeva nel valore delle
piccole cose. Il primo caffè della giornata bevuto nella sua tazza di Limoges.
La luce del sole che filtrava dalle persiane della sua stanza e disegnava ombre
sul pavimento. Le letture estive interrotte per la siesta. L’espressione negli
occhi dei bambini quando raccontavano qualcosa che avevano appena imparato. Le
piccole cose costruivano quelle grandi, era proprio così. […]
Le due amiche la guardarono
con benevolenza.
«Ho l’impressione che non ci
siamo spiegate bene, Prudencia» disse Hortensia. «Non è il marito che deve
essere armonioso, non è in lui che deve cercare l’armonia, no. È nella coppia
che deve trovarla, nella combinazione dei due».
«E non solo» aggiunse la sua
amica, «anche nella vita quotidiana, specialmente nella vita quotidiana, non è
vero?»
«Certo. In questo senso è
chiaro che Balzac non aveva affatto ragione, non sapeva nulla sull’argomento»
disse la fiorista mentre tornava a riempire la teiera.
«Balzac?» chiese la
signorina Prim, un po’ confusa.
«È curioso che le persone
che vomitano le parole più acide contro il matrimonio sono proprio quelle che meno
ne sanno. Tutta una vita a inseguirlo, a sospirarlo… per che cosa? Per
raggiungerlo alla fine, quando era ormai malato e senza speranza. Una donna
spaventosa, la contessa Hanska, mi è sempre sembrata il peggio del nostro
sesso. Quindi, mi dica, che ne poteva sapere lui del matrimonio?»
«Ma cosa diceva Balzac sul
matrimonio?» insistette la bibliotecaria.
«Diceva che il matrimonio
deve lottare costantemente contro un mostro oscuro» rispose Emma con un
sorriso.
«Intendeva la quotidianità»
precisò l’amica.
«E non è così?»
«Assolutamente no. Non solo
non è così, è anzi il più grande inganno del mondo, Prudencia. La causa di
molta sofferenza, mi creda.
Emma Giovanacci si schiarì
leggermente la gola e, avvicinando la sedia al tavolino da tè, riprese:
«Ha mai visto i fiori che
crescono nella steppa russa?»
La signorina Prim rispose
che purtroppo non aveva mai visitato la steppa russa.
«Be’, dovrebbe farlo. La
steppa calmucca, nei dintorni di Stalingrado, è un luogo triste, arido e
monotono. Se ci va d’inverno, è uno spettacolo desolante. Ma provi ad andarci
in primavera, e vedrà che cosa trova.»
La bibliotecaria inarcò le
sopracciglia in attesa di una risposta.
«Tulipani» sussurrò Emma
Giovanacci.
«Tulipani?»
«Tulipani. Freschi e
delicati tulipani selvatici. Tulipani che sbocciano ogni anno e ricoprono la
steppa senza che nessuno li pianti. Be’, è di questo che si tratta, Prudencia.
La quotidianità è come la steppa: non è un mostro, è un alimento. Se lei riesce
a fare in modo che vi cresca qualcosa, può stare sicura che quel qualcosa sarà
forte e autentico. Sono le piccole cose di ogni giorno di cui parlavamo prima.
Ma il povero Balzac, con tutto il suo sentimentalismo romantico, non poteva
saperlo, vero?»
Nessun commento:
Posta un commento