03 agosto 2022

La donna dal kimono bianco

In La donna dal kimono bianco di Ana Johns due storie di donne scorrono parallele, su piani temporali diversi, ma alla fine si intrecciano, con un esito di composta drammaticità. 

Stati Uniti, oggi. La giovane Tori Kovac, reporter investigativa, si prende cura del padre morente. Fra gli effetti personali del genitore trova una lettera che potrebbe contenere una rivelazione sconvolgente sul suo passato. 

Giappone, 1956. La giovanissima Naoko è promessa sposa a un giovane che suo padre ha scelto per lei. Ma non vuole questo matrimonio: lei è innamorata di un marinaio americano di stanza presso il porto della sua cittadina.

No, non è un romanzetto rosa. È un affresco storico riuscitissimo, che sa ricostruire efficacemente le atmosfere di un Giappone ormai perduto.

«...Segnai il luogo sulla carta, poi indietreggiai leggermente e rimasi a fissarla incantata perché, come Dorothy, ero stata sbalzata in un altro mondo. Un mondo familiare. Un mondo cui mio padre apparteneva. Per la prima volta da quando avevo letto quella lettera, provai di nuovo un senso di armonia. Attraverso le sue storie, papà, l’uomo che conoscevo, era tornato, e osservando quella mappa, lo vedevo ovunque...»

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