14 giugno 2020

Black lives matter, all lives matter

In questo periodo difficile, caratterizzato da proteste e dibattiti sul tema del razzismo, non ho potuto far a meno di ripensare a Il velo dorato. I protagonisti di questo romanzo - concepito, scritto e pubblicato in tempi non sospetti - sono una giovane donna di colore e il suo "ragazzino un po' marrone". 
La mia speranza è che questa storia aiuti i lettori delle nuove generazioni a riflettere con serenità, lontani sia dal pregiudizio sia dall'ideologia. Perché davvero: "Black lives matter". E non solo le vite dei neri. "All lives matter".
Permettetemi di offrirvi uno stralcio della prima pagina...


Mi chiamo Tom, ho dieci anni e ho appena finito la quarta elementare. Sono alto per la mia età, sono forte e so correre veloce. Ho la pelle scura, non tantissimo però. Ho gli occhi neri e anche i capelli neri molto ricci.La mia mamma si chiama Adaora. La sua pelle è molto scura, e anche i suoi capelli sono molto neri. Viene dalla Nigeria, arrivò in Italia a 15 anni. Quando aveva 17 anni nacqui io.
Fin qui era tutto abbastanza facile; il tema però si preannunciava lungo, e in certi punti piuttosto complicato. Se Tom avesse potuto scegliere, avrebbe preferito svolgere alcuni dei temi assegnati al resto della classe: più generici, meno personali. Ma la maestra aveva insistito: “Provaci, Tom. Racconta per iscritto la tua storia: così, quando arriverai nella nuova scuola, potrai farla leggere alla nuova maestra e lei imparerà subito ad apprezzarti”. 
Tom rifletté per qualche minuto, poi riprese a scrivere.
Quando ero piccolissimo vivevamo in un centro di accoglienza qui in Sicilia, vicino al mare. Spesso andavamo in spiaggia e giocavamo con la sabbia, i sassi e i legnetti. Al centro vivevano tante persone: c’erano mamme con i loro bambini, ma anche bambini senza mamma e mamme senza bambini. Ogni tanto c’era anche qualche papà, con bambini o senza. Io non ho mai conosciuto il mio papà. Eppure sono nato lo stesso, e mamma dice sempre che l’ho resa felice. 
Tom si sentì soddisfatto: era riuscito a mettere subito le cose in chiaro. Lui non era un bambino di serie B, nato per sbaglio nel grembo di un’adolescente di colore ferita dalla vita. Lui era un bambino in gamba, che aveva reso felice la donna più bella del mondo.

[Da: "Il velo dorato", di Laura Blandino - Prima pagina]

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